Milano, maestro arrestato per abusi all’asilo: "I piccoli stanno bene. Ma chiedono di lui"

La mamma di un bimbo: "Non sappiamo cosa sia successo davvero". Le famiglie degli asili coinvolti uniscono le forze. "Noi genitori ancora senza risposte”

Bambini in una scuola materna (foto d'archivio)

Bambini in una scuola materna (foto d'archivio)

«A distanza di un mese ho gli stessi dubbi, le stesse preoccupazioni. Mi restano in testa le stesse domande ancora senza risposta: che cosa è successo veramente ai piccoli? Quanti sono coinvolti? Perché noi genitori non siamo stati informati subito dell’arresto ma lo abbiamo appreso dai giornali? Perché quel maestro era ancora libero di insegnare? Di questa storia non si parla più. Spenti i riflettori, siamo rimasti soli". A parlare è la mamma trentenne di un bimbo che frequenta uno dei sei asili comunali della periferia nord in cui insegnava G. P., maestro di religione di 34 anni arrestato in flagranza di reato lo scorso 29 marzo con l’accusa pesantissima di violenza sessuale aggravata su quattro alunni.

Agli agenti di polizia locale che monitoravano le sue mosse dalle telecamere sono bastati meno di cinque minuti di osservazione per capire che quell’uomo andava fermato subito. L’indagine lampo, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Milano, è partita grazie a un’altra maestra che ha intercettato atteggiamenti sospetti: entrando all’improvviso in aula, ha notato quell’insegnante allontanare da sé in tutta fretta una bambina che gli era accanto.

Voi genitori vi siete uniti?

"Sì. Premetto che mio figlio per fortuna non era suo alunno. Ma non sono comunque serena per quello che è capitato e ho partecipato agli incontri che si sono tenuti a scuola, per confrontarci e definire il da farsi. Le idee sono diverse. Inizialmente qualcuno se l’è presa con la scuola per la mancata comunicazione: il maestro è stato arrestato mercoledì 29 marzo e noi mamme e papà lo abbiamo saputo dai giornali venerdì 31. Nessuno ci aveva detto niente. Era circolata la voce di un arresto, in quartiere, ma inizialmente si pensava che fosse avvenuto fuori dall’asilo, magari nell’area verde vicino. Quando lo abbiamo saputo, ci siamo allarmati tutti. Indipendentemente dalle classi".

Come stanno i bambini?

"Sono come prima, sereni. Questo è l’importante. Per l’adulto è difficilissimo capire che cosa abbiano realmente percepito in questa circostanza, essendo molto piccoli (hanno tra i 3 e i 5 anni, ndr ) e noi dobbiamo stare molto attenti a non diventare involontariamente una causa di stress turbando dei bambini che magari non si sono resi conto di nulla. E qui si apre una riflessione: che cosa è successo davvero? Nessuno di noi lo sa e questo è motivo di tormento, perché non abbiamo idea di quale sia la gravità della situazione né di quanti bambini siano stati oggetto di quelle “attenzioni“. Tra l’altro i piccoli erano molto affezionati a quel maestro: chiedono di lui, ne sentono la mancanza. A me vengono i brividi anche solo a pensare a tutte le attività che svolgeva, non solo nelle scuole dell’Infanzia ma anche come animatore".

Vi siete rivolti ad associazioni per avere supporto psicologico o a un legale, per definire il da farsi?

"Non c’è una linea di pensiero comune. So che qualcuno si è rivolto a delle associazioni. Si è affacciata anche l’idea di contattare un legale ma io penso che sia prematuro. Forse sarebbe utile per ricostruire con tanto di documentazione la storia professionale di questo maestro (stando a quanto risulta al Giorno, a Milano era stato già spostato da una scuola dell’Infanzia per aver tolto la mascherina anti Covid, per poi tenere "atteggiamenti confidenziali" con dei bambini, secondo alcune segnalazioni. A suo carico ci fu un procedimento disciplinare con sanzione finale pari a 4 ore di retribuzione ma nessuna denuncia formale, ndr ). Io mi domando come sia possibile, se le cose davvero stanno così, che nessuno lo abbia fermato prima. Di chi è la responsabilità?".

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