Cantiere M4 in via Foppa: ruspe a 5 centimetri dalle vetrine, negozianti infuriati

Niente separazioni tra cantieri ed esercizi: «Poca sicurezza e incassi giù del 40%. Il Comune ci aiuti per davvero» di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Ruspe davanti ai negozi per il cantiere M4

Ruspe davanti ai negozi per il cantiere M4

Milano, 8 aprile 2016 - Fotografie che parlano da sole, quelle scattate ieri e mercoledì in via Foppa, tra i civici 50 e 52. Non fosse per la rabbia mista a incredulità dei negozianti che su quel tratto di via hanno le vetrine: loro non ci stanno a veder la loro denuncia diminuita a didascalie. Il cantiere immortalato nelle foto è uno di quelli aperti per realizzare la metropolitana 4, la linea che entro il 2022 dovrà unire l’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria di San Cristoforo. Più volte il Comune e M4 Spa hanno sottolineato come via Foppa fosse tra le aree di lavoro più critiche da progettare per effetto del poco spazio a disposizione. E ora quelle foto dimostrano quanto lo sforzo di progettazione sia stato modesto.

Vedere per credere quella ruspa rossa che scava a 5 centimetri contati dalla vetrina dell’erboristeria «La Rugiada». Manco una rete di carta a separare l’area di scavo dalla vetrina, tant’è che a Ornella Fanchini basta aprire la porta del suo negozio 20160407_134253_WEBper trovarsi coi piedi sull’orlo del (per fortuna piccolo) precipizio. Tutto ok dal punto di vista della sicurezza? Non pare proprio. E infatti Metropolitana Milanese, alla quale compete la direzione lavori, in serata interverrà. Ma i guai spesso hanno più facce: se volesse entrare un cliente? «Non potrebbe e non lo farei entrare» risponde Fanchini. Sono le 13.45 quando ci parla. «Di solito stavo in negozio anche in pausa pranzo, ma adesso come faccio? Per fortuna è orario di morbida». In orari di punta «gli operai montano e smontano la passerella ogni volta che un cliente deve entrare o uscire dall’erboristeria». Un ponte levatoio che si alza e si abbassa: un rimedio tra il comico e l’improvvisato. Invece è vero: la progettazione del cantiere non ha potuto avere miglior ingegno.

«Non riesco a lavorare e per il negozio ho acceso un mutuo di poco inferiore ai 2mila euro al mese: come tiro avanti? Qui non c’è neanche un capocantiere col quale parlare – spiega Fanchini –. E mentre il Comune studia soluzioni per i commercianti, i commercianti chiudono». Quello dell’erboristeria non è il solo caso. Mercoledì è toccato a «Casabella», in via Foppa da 40 anni: «Nelle ultime due mattine non abbiamo potuto aprire tutte le clèr – fa sapere Stefano Gorla, uno dei titolari –: non abbiamo potuto lavorare». Tra qualche settimana toccherà alla Gelateria Naninà trovarsi a tu per tu col precipizio, per ora Daniela Bertolo e Donatella Di Stefano a ridosso della vetrina hanno “solo” un camion in sosta: «Per noi che lavoriamo generi alimentari è indispensabile garantire la massima pulizia. Ma come possiamo se affacciamo su polvere e cantieri?» domanda Bertolo. «L’incasso di marzo è stato inferiore del 40% rispetto a marzo del 2015» fa sapere Di Stefano. Cinque i negozi invasi dai cantieri in quel tratto di via.

MIL19B_WEBAl Comune si chiede «un forte aiuto economico» per tirare avanti senza traslocare o per traslocare altrove senza che siano i negozianti a smenarci soldi: «Perché dobbiamo pagare per non essere danneggiati da un’opera pubblica?» chiede Christian De Luca, titolare di «Filosofie d’Interni». «Comune e M4 Spa hanno trovato 6 milioni di euro per salvare altrettanti olmi in piazza Vetra mentre centinaia di negozianti devono fare a gara per dividersi un solo milione, quello fin qui stanziato dal Comune – attacca Gorla – col bando che prende in considerazione gli investimenti da noi fatti negli ultimi tre anni. E chi ha investito prima? Senza contare che ad oggi non c’è la certezza che anche i leasing attivati per il negozio possano essere considerati come investimenti». giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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