
Parabiago, testimonianza choc di Igor Benedito: "Pianificavano da tempo"
PARABIAGO (Milano)
"Lo stavano pianificando da mesi". Il figlio di Adilma Pereira accusa madre e amante in aula. Svolta clamorosa nel processo per l’omicidio di Fabio Ravasio. Una testimonianza choc scuote il processo per l’omicidio di Fabio Ravasio: Igor Benedito, 27 anni, ha puntato il dito contro sua madre, Adilma Pereira Carneiro (nella foto), e l’ex amante di lei, Massimo Ferretti, sostenendo senza esitazioni che l’omicidio era premeditato da mesi.
"Mia madre e Ferretti stavano organizzando tutto da tempo. Mi hanno chiesto loro di guidare l’auto che lo avrebbe ucciso", ha dichiarato davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio, ricostruendo in aula una dinamica agghiacciante.
Il 52enne commerciante di Parabiago fu travolto e ucciso da un’auto il 9 agosto 2024. Alla guida, come già noto, c’era proprio Benedito, che ora ha squarciato il velo su ciò che – secondo la sua versione – si nascondeva dietro quel delitto. Un ricatto emotivo, una pressione familiare feroce: così il 27enne spiega il motivo per cui alla fine ha accettato. "Mi chiesero di farlo l’8 agosto. Rifiutai. Ma il giorno dopo tornarono alla carica: mi dissero che, se non avessi guidato, non avrei più potuto vedere i miei fratelli, né frequentare il bar di Ferretti. Mi avrebbero tagliato fuori. Così ho ceduto".
Non solo. Il giovane ha ammesso di aver mentito agli inquirenti, su pressione della madre: "Mi disse lei cosa dire. Secondo il suo piano, con quella versione – in cui lei risultava del tutto estranea – saremmo usciti in due o tre anni".
Una ricostruzione che capovolge completamente la narrazione sostenuta finora. Ferretti aveva già confessato di essersi lasciato coinvolgere perché innamorato di Adilma e convinto dalle sue accuse contro Ravasio, che la donna dipingeva come un uomo violento. Lei, al contrario, ha sempre respinto ogni accusa, sostenendo che fosse Ferretti, accecato dalla gelosia, ad aver ordito tutto. Ma ora, con la deposizione del figlio, i due vengono messi sullo stesso, pesantissimo piano d’accusa. Parole che potrebbero cambiare il corso del processo.
L’aula è rimasta sospesa, silenziosa, mentre il figlio della "mantide" rompeva definitivamente il legame di sangue, per puntare il dito contro chi – a suo dire – lo ha manipolato e trascinato nell’ombra di un delitto annunciato.