
Gli studenti chiedono più spazi per le lezioni laboratoriali Sotto Micaela Belviso al terzo anno di Medicina
"Capisco il problema dei futuri fuorisede di Medicina. Ho fatto fatica io a trovare una casa, figuriamoci loro, col semestre filtro e senza sapere per quanti mesi resteranno a Milano: sarà estremamente complicato". Micaela Belviso è iscritta al terzo anno di Medicina e Chirurgia alla Statale di Milano, si è trasferita da Bari. Ed è anche la responsabile comunicazione di Udu Milano, l’Unione degli Universitari, associazione studentesca che si è sempre battuta per l’eliminazione dei test d’ingresso, anche a colpi di ricorsi (vinti pure in Statale nel 2017, dopo l’introduzione del tetto per le facoltà umanistiche).
Test di Medicina addio? Che succede adesso dal vostro punto di vista? "Noi siamo sempre stati per l’abolizione del test, ma questa non è una vera apertura. È un rimandare lo sbarramento di qualche mese sovraccaricando le università e gli ospedali, che già faticano con i tirocini e sono sovraffollati. Prima di aprire andrebbero fatti investimenti veri negli spazi e nei docenti. Così, dal nostro punto di vista, è un modello assurdo. Si posticipa la soluzione ma non si risolve il problema, il test è stato sostituito da una preparazione a tre esami e, in pratica, al “test“ stesso".
Qual è la situazione dei fuorisede? "Stiamo ricevendo già tante richieste di aiuto per la casa, non solo per Medicina, ma in questo caso c’è una complicazione in più: trovare casa per potere frequentare anche solo le prime tre settimane a Milano è complicato, e i prezzi attuali non aiutano affatto. Ci stiamo attivando anche come Udu nazionale e Udu Milano. C’è chi, preoccupato per la doppia ricerca di casa - adesso e una volta scoperto il risultato in graduatoria - ha già guardato altrove e a zone più accessibili, anche se desiderava venire qui".
Le università milanesi hanno previsto modalità miste (con formule diverse tra Statale e Bicocca): può essere una soluzione? "Noi siamo per la presenza, anche se siamo consapevoli del problema del trovare alloggi senza sapere per quanto tempo e dei costi spesso inaccessibili. Ed è anche per questo che le università hanno pensato allo streaming. Ma temiamo che questo doppio canale possa creare disuguaglianze nella preparazione. Abbiamo paura che si creino discrepanze in fase di test. E che ne risenta la qualità della didattica stessa. Non solo, siamo preoccupati anche noi che frequentiamo già".
Cosa temete di più? "Facciamo già i conti con il sovraffollamento, non abbiamo accesso facilmente a laboratori di anatomia e alla didattica più pratica. Diventeranno più inaccessibili? Come cambierà la didattica anche per noi se si supera la capienza massima senza avere fatto, appunto, i necessari investimenti negli spazi e nei professori?"
Anche lei è una studentessa fuorisede: dalla sua esperienza, com’è la vita a Milano? "Io sono fortunata, ho una famiglia che può aiutarmi ad affrontare questa esperienza e a viverla. Ma Milano dovrebbe essere accessibile anche ai giovani che non hanno lo stesso sostegno. Ho cambiato due case in tre anni, forse dovrò cercarne una terza perché una coinquilina dovrebbe andare via. Siamo in tre, paghiamo 850 euro al mese a testa: già così è impegnativo, in due sarebbe impossibile. E sappiamo che cercare un’alternativa sarà complicato: è un giungla".