
L’incontro sull’impianto rifiuti di Cascina Redenta durante AmbientAzione
"I rilievi tecnici su questo progetto tali e tanti che è difficile elencarli. Un progetto da stravolgere radicalmente. Ma forse serve un’altra riflessione: quella sull’opportunità, o meno, di portarlo avanti". Lo stato dell’arte sul progetto di nuovo impianto rifiuti sull’area delle discariche a Cascina Redenta al centro del programma di AmbientAzione, kermesse verde al Parco del Pilastrello promossa da Centro Attività Sociali, Accorciamo le distanze e Cittadini per l’ambiente Martesana.
Relatori nel verde l’assessore all’Ambiente Paolo Camagni, il consigliere di Inzago al centro Ernesto Fumagalli e Mario Scazzosi di Legambiente. Il no all’impianto progettato da Systema Ambiente sull’area che ha già ospitato tre lotti di discarica in vent’anni è bipartisan, e già formalizzato pubblicamente da mesi. Un documento unitario dovrebbe approdare a breve in consiglio comunale: "No a un impianto che non serve, a un progetto lacunoso e a un intervento che condannerebbe, ancora, a una lunga convivenza con i rifiuti un territorio già sottoposto a una pesantissima pressione. E un paese, Inzago, che ha già abbondantemente dato".
A Camagni il compito di fare il punto: l’avvio dell’istanza autorizzativa, la conferenza di servizi in maggio, i pollici versi e le numerose richieste di integrazione e modifica progettuale: "Systema ha tempo, per effettuare una revisione che deve essere radicale, sino a febbraio. Come Comune abbiamo costituito un gruppo di lavoro ma soprattutto ci siamo affidati ad esperti, che ci seguono in questo non semplice cammino. Ci siamo attivati anche con enti superiori: prima dell’estate siamo stati sentiti dalla commissione ambiente in Regione, un passaggio importante".
Il progetto prevede un impianto da 60mila tonnellate annue di rifiuto speciale non pericoloso, da trattare per la produzione di combustibile solido e materiale riciclato per l’industria. "Un impianto che non va realizzato - così Fumagalli - per una lunga serie di ragioni. Non serve, non risponde ad alcun bisogno. Andrebbe a incidere su una zona già pressata da insediamenti di impatto. Non si sosterrebbe economicamente". Una strada che Inzago ha già percorso: "Queste vicende non finiscono mai. Non ricordate? Il lotto B doveva esaurirsi e lasciare il posto a a ciclabili, laghetto, verde, pista da sci sintetica. Invece è arrivato il lotto C. È prossimo all’esaurimento: e ora rischia di diventare sito di stoccaggio ‘di riserva’ di altri rifiuti a servizio di un nuovo impianto, per un tempo indeterminato. Bisogna fermarsi". L’impegno di tutti, quello ad informare e a coinvolgere il più possibile la cittadinanza, "questa è una battaglia che non ha colore politico".