
Lo skyline di Milano visto dal terrazzo all’ultimo piano della torre Velasca, vicino piazza Missori
Milano, 25 luglio 2025 – È stato il primo cantiere posto sotto sequestro dalla Finanza nell’ambito delle inchieste sulla gestione dell’urbanistica milanese, e Lepontina 7-9 srl è il primo a finire davanti al Tribunale fallimentare. Una strada per cercare una soluzione per le famiglie che hanno già investito i loro risparmi per acquistare appartamenti mai costruiti, attraverso un procedimento pilota a cui potrebbero seguirne tanti altri. “Ho già versato un acconto di 100mila euro agendo in totale buona fede e rispettando tutte le procedure – spiega Bruna, uno degli acquirenti –. Quella casa era il nostro sogno e adesso siamo costretti a vivere, con nostra figlia, in un appartamento di 45 metri quadrati”. La consegna degli appartamenti era prevista per novembre 2024, ma a causa di ritardi i lavori non sono mai iniziati, ad eccezione dell’abbattimento dello stabile dismesso di due piani nel cortile interno al posto del quale avrebbe dovuto sorgere un palazzo di sette piani, battezzato Giardino segreto, ai civici 7-9 di via Lepontina in zona Isola, ex quartiere popolare divenuto cool.
Da maggio 2024 l’area è sotto sequestro, per quei presunti abusi edilizi legati al progetto approvato dal Comune come ristrutturazione invece che come nuova costruzione. A quel sequestro ne sono seguiti altri due (le Residenze Lac in via Cancano e Scalo House, sempre in via Lepontina) mentre altre decine di progetti sono finiti al centro di inchieste.
La vicenda giudiziaria ha travolto anche le vite delle famiglie, che avevano versato sostanziose caparre spese dalle imprese per far avanzare i lavori. Ora non riescono a recuperare il denaro anche perché, in una situazione senza precedenti, non riescono a far valere le fideiussioni sottoscritte, scontrandosi con cavilli e resistenze di banche e assicurazioni. E i costruttori affermano di essere rimasti senza liquidità. “Secondo noi la situazione doveva essere valutata sotto il profilo del Codice della crisi d’impresa – spiega l’avvocato Luigi Paganelli, che assiste Bruna e altre due famiglie promissarie acquirenti del Giardino segreto – e spero che al nostro caso ne seguano altri. È necessario che il Tribunale regoli queste dinamiche e metta al sicuro gli stakeholder più fragili, ossia gli acquirenti. Le fideiussioni si possono riscuotere se si manifesta lo stato di crisi dell’azienda costruttrice, e oggi la procedura è sul tavolo”.
I legali di alcune famiglie avevano presentato un esposto alla Procura nel marzo scorso, al Dipartimento crisi d’impresa coordinato dal procuratore aggiunto Roberto Pellicano. La stessa impresa che ha promosso l’operazione immobiliare, la Lepontina 7-9 Srl, avrebbe presentato un ricorso al “concordato preventivo o altro strumento”. La palla è passata quindi al Tribunale fallimentare, che ha aperto un “procedimento unitario” per gestire la crisi e l’insolvenza dell’impresa, nominando un commissario giudiziale, in attesa di valutare il futuro piano per tentare di evitare il fallimento e saldare i debiti, che possono riguardare non solo le famiglie ma anche l’erario, fornitori o professionisti che hanno lavorato al progetto.
L’esito su questo procedimento, quindi, potrebbe riflettersi sulle altre partite aperte, dove la posta in gioco è il futuro delle famiglie. “Anche se riusciremo a far valere le fideiussioni dovremo sopportare una perdita economica – spiega Bruna –. Noi non possiamo aspettare in eterno, speriamo che il Tribunale valuti in tempi rapidi. Per quella casa avevamo messo in gioco i risparmi, anche per nostra figlia che ha 17 anni, e siamo rimasti in un limbo. Tutti stanno facendo lo scaricabarile, ma se sono state commesse irregolarità il costo non può essere scaricato su di noi”.