BEATRICE RASPA
Cronaca

La strage di piazza della Loggia. Il giudice si astiene il processo di nuovo a rischio

Spanò (trasferito al Civile) assente per malattia alla ripresa delle udienze in Corte d’Assise. Sentiti 22 testimoni su 139 previsti, il procedimento a Zorzi è incagliato da oltre un anno.

Spanò (trasferito al Civile) assente per malattia alla ripresa delle udienze in Corte d’Assise. Sentiti 22 testimoni su 139 previsti, il procedimento a Zorzi è incagliato da oltre un anno.

Spanò (trasferito al Civile) assente per malattia alla ripresa delle udienze in Corte d’Assise. Sentiti 22 testimoni su 139 previsti, il procedimento a Zorzi è incagliato da oltre un anno.

Avrebbe dovuto tenersi ieri la prima udienza dopo la pausa estiva. Ma il processo per la strage di piazza Loggia, iniziato il 9 febbraio 2024, a oltre 50 anni dai fatti e finalmente entrato nel vivo a dispetto di un iter accidentato, continua a incontrare ostacoli. L’Assise per l’ex ordinovista veronese Roberto Zorzi, uno dei presunti esecutori materiali, slitta al 20 ottobre. Il presidente della Corte Roberto Spanò è assente per malattia: un certificato lo attesta. Ma non è solo questo: nelle scorse ore ha inviato una comunicazione alla presidenza del Tribunale, della Corte d’appello e al Csm per dichiarare l’astensione dai processi cui era stato assegnato in seguito al suo trasferimento al settore civile (dall’8 settembre). A sentir lui sarebbero venute meno le condizioni necessarie per celebrarli con la dovuta "serenità" e "legittimazione". "Gravi ragioni di convenienza" lo hanno spinto a chiederne la riassegnazione. Finora erano stati sentiti 22 testi sui 139 previsti, il procedimento a Zorzi è rimasto incagliato oltre un anno in udienza preliminare.

E adesso cosa accadrà? L’istanza è nelle mani del presidente del Tribunale Stefano Scati, chiamato a decidere sull’accoglimento o rigetto. "Sono consapevole dell’importanza del processo strage per Brescia – dice Scati, già all’opera per valutare i presupposti dell’istanza –. Seguo la vicenda minuto per minuto, deciderò in tempi brevi". La dichiarazione di Spanò, 65 anni, due mandati a capo della prima sezione penale, arriva al culmine di una vicenda delicata. A metà luglio il Csm ha archiviato una pratica di trasferimento della moglie, la pm della Dda di Brescia Roberta Panico, con cui il giudice “coabita“ da 17 anni al palagiustizia bresciano senza tuttavia averla mai incrociata in aula su alcun fascicolo. Il caso era tornato d’attualità dopo un esposto depositato a Roma nel 2023 dalla collega Cristina Amalia Ardenghi, presidente della seconda sezione penale, anche se nel 2018 il Csm e il Consiglio giudiziario avevano già affrontato la questione dando il semaforo verde alla convivenza. Stavolta il Csm non ha riconosciuto infondata l’incompatibilità, ma è stata risolta - e la pratica archiviata - grazie alla “scelta“ di Spanò di passare al settore civile. Il Csm ha disposto che il presidente del Tribunale di Brescia decidesse "in autonomia" a quali processi penali già incardinati applicare il magistrato. L’ultimo capitolo è ancora da scrivere.