Milano, 15 luglio 2023 – “Rilevo la mancata consegna spontanea della sim del telefono, ritengo che questo fatto sia la dimostrazione che il ragazzo nasconde qualcosa”. E’ il padre della presunta vittima della violenza sessuale a intervenire sull’affaire “telefono sì, carta sim no” e a commentare la decisione della Procura di rompere l’impasse in cui si era incagliata l’indagine che deve far luce sull’accusa di cui deve rispondere Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato.
Il sequestro
Sabato sera il procuratore capo Marcello Viola ha disposto il sequestro del dispositivo. Un sequestro probatorio per trovare elementi utili all’inchiesta con "specifico riferimento” alla serata tra il 18 e il 19 maggio scorsi, data della presunta violenza che stando alla denuncia sarebbe stata di gruppo, avendo partecipato anche il Dj Nico, indicato dallo stesso Leonardo Apache.
Il decreto
Il decreto di sequestro di una pagina e mezzo è stato firmato dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella ed è stato eseguito attorno alle 19 di venerdì. Leonardo Apache è stato convocato negli uffici della Questura, alla presenza del difensore Adriano Bazzoni, dei pm e del responsabile della Squadra mobile Marco Calì. Il giovane ha consegnato il cellulare che, come è stato appurato dalle indagini, era nella sua “disponibilità esclusiva”.
I prossimi passi
Inoltre nell’atto è stato specificato che gli accertamenti verranno effettuati "con esclusione nella successiva analisi di comunicazioni” coperte dall’articolo 68 della Costituzione. La difesa può comunque ricorrere al Tribunale del Riesame contro il sequestro, qualora invece ci fosse bisogno della sim la magistratura sarebbe obbligata a presentare formale richiesta alla Giunta per le autorizzazioni del Senato.