
L’ingresso in Galleria Vittorio Emanuele dello spazio espositivo permanente dedicato a Leonardo
È l’ennesima puntata di una querelle che va avanti da mesi. I protagonisti della contesa sono sempre gli stessi: da una parte il Comune, dall’altra la società che gestisce il Museo di Leonardo in Galleria. Una contesa dai toni sempre più aspri, tanto che a fine luglio la Giunta Sala ha querelato per diffamazione il direttore Massimiliano Lisa per alcune dichiarazioni sui social e al Municipio 1. Non si può che partire da una premessa: lo scorso 29 maggio, il Tar ha respinto il ricorso presentato da AV, la srl che ha in concessione pure gli spazi che ospitano lo spazio espositivo dedicato al genio di Vinci. Il verdetto ha così avallato la decisione dell’amministrazione di dichiarare decadute le concessioni nel Salotto: tra le violazioni contestate, c’era anche quella di aver ceduto integralmente i locali a uso "mostre" a Leonardo3, "con realizzazione di una subconcessione".
Nei giorni scorsi, è arrivata un’altra decisione del Tribunale amministrativo, sempre sfavorevole alla società di Lisa. L’antefatto ci riporta al 2 ottobre 2024, quando la srl ha presentato un’istanza di occupazione di suolo pubblico per il 2025 "per il posizionamento di un’area di accoglienza e accesso" sul lato del Salotto più vicino a piazza Scala. La domanda è stata respinta poco più di un mese dopo, proprio in virtù della decadenza della concessione poi confermata dai giudici. Il 19 novembre, però, il Tribunale ha accolto la sospensiva cautelare del provvedimento. A quel punto, Leonardo3 ha riproposto la richiesta. Tuttavia, a dicembre la Giunta ha varato una delibera sugli "interventi di adeguamento degli spazi" del complesso monumentale; e sulla base delle nuove regole è arrivato lo stop alla domanda di occupazione. Senza contare che nel frattempo era giunta una richiesta identica per la medesima area: quella avanzata da Duomo 21 per l’ingresso ai percorsi panoramici denominati "Highline Galleria". Così il direttore del Demanio ha invitato Leonardo3 a presentare un progetto condiviso con l’altra società entro il 31 gennaio 2025. I titolari della mostra hanno declinato l’invito, ritenendo illegittimo l’affidamento degli spazi a Duomo 21. Il Comune ha trasmesso i singoli progetti alla Sovrintendenza, che l’11 marzo ha dato un via libera condizionato a Leonardo3: solo un desk all’entrata, niente totem né tappeti.
Finita? No, perché pure i successivi provvedimenti di Palazzo Marino sono stati impugnati dai responsabili della srl, che hanno contestato il cambio delle norme (in passato "un progetto identico a quello negato" aveva ricevuto il placet) nonché i "requisiti estetici e tecnici". Il ricorso è stato respinto in toto dal Tar, che lo ha dichiarato in parte improcedibile in parte irricevibile. Sul fronte dell’affidamento degli spazi a Duomo 21, i giudici hanno reputato tardiva l’azione di Leonardo3, aggiungendo che il percorso in Galleria proposto dalla società risponde alle finalità culturali previste dalle linee guida. Per quanto riguarda la rimozione degli "elementi distintivi (quali colonne e illuminazione)", il Tribunale ha sentenziato che "non sembra illogico che il Comune abbia cercato di disciplinare in modo armonico la pubblicità e imporre adeguamenti e innovazioni".
Massimiliano MingoiaNicola Palma