
La fila di passeggeri in attesa alle 15 di ieri in piazza IV Novembre
Il blocco scatta qualche minuto dopo mezzogiorno. Tutto come previsto. Tutto come preannunciato nelle chat. I tassisti in servizio fanno scendere i clienti sotto le pensiline di piazza Luigi di Savoia, ma non fanno salire quelli in coda con valigie al seguito. La fila si allunga, i passeggeri appena sbarcati in Centrale iniziano a spazientarsi: gli italiani imprecano contro il "solito sciopero", i turisti stranieri poco o nulla ci capiscono di quello che sta succedendo. È lo stop selvaggio al servizio per protestare contro l’abusivismo nel trasporto pubblico non di linea.
Uno stop non autorizzato perché mai comunicato ufficialmente, con lo striscione "Ora basta" a segnare il leitmotiv di giornata. Uno stop ancora una volta organizzato dalla base e completamente slegato da sindacati e sigle di categoria. Uno stop che punta a lanciare l’ennesimo segnale alle istituzioni, per ottenere un ulteriore giro di vite sui controlli. Poco prima delle 14, la mobilitazione contagia pure l’alto lato dello scalo ferroviario, in piazza IV Novembre (e qualche ora dopo si replica all’aeroporto di Linate con code lunghissime in serata). Lì l’iniziativa si sviluppa su un doppio binario: alt all’attività regolare (eccezion fatta per anziani, disabili e donne in gravidanza) e azioni di disturbo nei confronti dei driver ncc diretti al parcheggio laterale di piazza Duca d’Aosta. Un manipolo di tassisti presidia i cinque stalli riservati a Uber nel posteggio di proprietà di Fs Park (gestore unico delle aree di sosta del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane): uno si aggrappa a uno dei totem che ne indicano la posizione e lo tira giù, sotto gli occhi increduli di alcune persone in attesa.
La tensione sale oltre il livello di guardia ogni volta che berline e van scudettati fanno sollevare la sbarra all’ingresso per raggiungere le postazioni della multinazionale californiana, da sempre accusata di "concorrenza sleale" da chi guida un’auto bianca: "Guarda questo, viene dalla provincia di Mantova...", "E quest’altro che arriva da Piacenza?", "Ci rubate il lavoro, non potete stare qui". Il cavallo di battaglia è sempre lo stesso: "Ormai gli ncc fanno quello che facciamo noi, violando le regole nel totale disinteresse". In più occasioni, devono intervenire gli agenti di polizia e i militari dell’Esercito per evitare che i veicoli neri vengano circondati e presi di mira. Il blitz di ieri non è altro che il remake dei "caffè in Duomo" dello scorso inverno e della protesta-fotocopia andata in scena ad aprile e bloccata soltanto dall’accelerazione sul rinnovo del protocollo contro gli abusivi. Già, il protocollo.
L’intesa è stata sottoscritta il 24 luglio in Prefettura e prevede, tra le altre cose, l’utiizzo delle telecamere delle ztl (a cominciare da Area B e C) per stanare gli autisti fuorilegge e segnalarli ai rispettivi Comuni di appartenenza per eventuali sanzioni, nonché il potenziamento del numero di ghisa impegnati a multare chi fa il furbo (fino a 300). Per la base, però, quel patto è rimasto soltanto sulla carta: "Dov’è la stretta? Vogliamo sapere quante multe sono state fatte in questi due mesi". Nel mirino finisce pure la Giunta Sala, accusata di "voltarsi dall’altra parte". L’obiettivo dei manifestanti è andare avanti a oltranza, trovando sponda nei colleghi del turno di notte. "Ora basta", la frase più gettonata in Centrale. "Dubito arrivino sanzioni per questa protesta selvaggia – ironizza Francesco Artusa, presidente dell’associazione di ncc Sistema Trasporti –. Spero quantomeno che al danno non si aggiunga la beffa e che non ci siano più sanzioni per i noleggiatori".