Regione Lombardia ha compiuto il primo passo verso la riforma della governance del trasporto pubblico locale. Come anticipato ieri, la Giunta presieduta dal governatore Attilio Fontana ha approvato la proposta di revisione della legge 6 del 2012, proprio quella che disciplina il comparto del trasporto locale avviando, così, l’iter per l’uscita della stessa Regione dal novero dei soci di tutte le Agenzie del Trasporto Pubblico Locale. Un addio che non comporterà un indebolimento del ruolo della Regione ma, al contrario, un suo deciso e decisivo rafforzamento.
Palazzo Lombardia ha infatti scelto di lasciare che gli enti locali si spartiscano la propria quota nelle Agenzie, pari al 10%, e di spostare il centro decisionale fuori dalle stesse Agenzie, affidandolo, per l’esattezza, ad un Comitato Regionale del Trasporto Pubblico, che sarà costituito dall’assessore regionale ai Trasporti e dai Presidenti delle Agenzie, senza la partecipazione diretta di alcun Comune. Un Comitato chiamato, sostanzialmente, a vigilare sull’attuazione delle delibere della Giunta e del Consiglio regionale.
Le ragioni e gli obiettivi della svolta sono esaustivamente riportate nella relazione illustrativa che accompagnava la delibera di Giunta: "Ad oggi – vi si legge – la quota di partecipazione del 10% non consente a Regione di poter realisticamente influire nelle decisioni delle Assemblee delle Agenzie, qualora queste ultime siano contrarie alle linee guida regionali. Inoltre, l’esperienza maturata ha evidenziato che spesso Regione non può esprimere un proprio voto in Assemblea quando i temi riguardano le decisioni degli enti locali in merito alla gestione associata del trasporto pubblico locale".
Per questi motivi "la scelta è stata quella di ricondurre il confronto con le Agenzie all’esterno delle medesime Agenzie, con un rafforzamento degli atti regionali (leggi: delibere di Giunta e di Consiglio ndr), che non sono più solo linee guida ma direttive vincolanti".