
La maison Luisaviaroma trasferisce la sede a Firenze, cessa le attività la storica pelletteria Dambra. Piazza XXV Aprile si spopola con la chiusura di Princi e High Tech. "Per ora licenziamenti congelati". .
di Andrea GianniMILANOL’ultima chiusura, nella galassia del commercio milanese, è quella (prevista per i prossimi mesi) della sede di Luisaviaroma inaugurata l’anno scorso in uno spazio di 500 metri quadrati in via Spadari 2, a pochi passi dal Duomo. La maison che affonda le radici a fine ’800, quando la designer di cappelli francese Luisa Jaquin aprì una boutique di cappelli in paglia a Parigi, accentrerà le sua attività a Firenze, ed è in corso un confronto con i sindacati sul destino di una ventina di dipendenti milanesi. Guardando alle piccole botteghe storiche, a fine anno chiuderà la pelletteria Dambra Borse in vicolo privato Lavandai. "Ho 80 anni e ho deciso di ritirarmi – spiega la titolare – so che il palazzo è stato venduto, probabilmente faranno un bed & breakfast o appartamenti per affitti brevi. Ormai siamo rimasti in pochi a fare questo lavoro". Storie che testimoniano una fase di difficoltà per il commercio tra caro affitti, concorrenza dello shopping online, risiko sugli spazi di prestigio e anche difficoltà nel trovare personale. "Diverse attività lavorano in situazioni di carenza di organico – spiega Massimiliano Genova, segretario della Fisascat Cisl di Milano – e nel periodo dei saldi gli orari di lavoro si dilatano, saltano ferie e riposi. Con il lavoro su turni e domenicale è difficile conciliare vita e lavoro, e gli stipendi non sono di certo in linea con il costo della vita di Milano. Un commesso full time, con un corretto inquadramento contrattuale, prende al massimo 1400 euro netti al mese. Per un part time lo stipendio è ben sotto i mille euro. Come sindacato in passato abbiamo gestito le chiusure di alcuni punti vendita di H&M e la crisi legata al centro commerciale Porte di Milano – racconta – tra i nodi aperti c’è la chiusura della sede milanese di Luisaviaroma, prevista per settembre, che coinvolge una ventina di lavoratori. C’è un dialogo in corso e confidiamo di riuscire a limitare l’impatto". Il problema del caro affitti sta spopolando piazza 25 Aprile, con la chiusura della panetteria Princi e dello spazio High Tech, storico negozio di mobili e arredi di design nell’ex fabbrica di inchiostro del Corriere della Sera. Un addio, sancito da una procedura di sfratto, che secondo gli imprenditori che negli anni ’80 hanno lanciato i marchi Cargo e High Tech è legato a un aumento dell’affitto esorbitante proposto dalla proprietà. A pagare le conseguenze, per ora, sono i lavoratori, al centro di una procedura di licenziamento collettivo per 23 persone che è stata "valutata negativamente" nell’ultima assemblea con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Cobas, proponendo di organizzare la cassa integrazione "con una rotazione più ampia possibile". "La procedura sindacale per i licenziamenti si è conclusa con un mancato accordo – spiega Angelo Pedrini (Sial-Cobas) – e la Regione convocherà le parti. Si tratta di arrivare a una gestione che consenta di servire la clientela utilizzando le competenze e la disponibilità dei dipendenti senza la tagliola dei 23 licenziamenti sul collo".