Fedez "è mio amico", "per me è un mio carissimo amico", ma "si è voluto appositamente far pensare (...) che dietro Fedez, dietro l’artista, c’era la curva, che c’erano i picchiatori". È "normale che è da 7 mesi che si parla dei miei rapporti con Fedez e con Emis Killa?". Sono passaggi delle trascrizioni dell’esame, del 15 aprile scorso, dell’ex capo della curva milanista Luca Lucci nel processo abbreviato a porte chiuse nell’aula bunker di Milano. Esame che sta andando avanti da più udienze nel maxi procedimento, con più filoni, sulle curve di San Siro. Come si legge nelle trascrizioni, Lucci, in carcere da settembre dopo il maxi blitz della Squadra mobile coordinato dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, parla di come è nata "l’amicizia" col rapper di Rozzano (non indagato nel caso curve) e delle vicende riportate negli atti che hanno accostato il capo ultrà e il cantante. Tra questi l’episodio dell’aggressione a Cristiano Iovino. Sul fatto che Cristian Rosiello, anche lui ultrà della Sud e imputato, divenne bodyguard di Fedez e prese parte al pestaggio di Iovino, Lucci, rispondendo alle domande del legale Jacopo Cappetta, ha spiegato: "Ho trovato un posto di lavoro a una persona, a un mio amico. Un mio amico ne aveva bisogno, l’altro aveva bisogno di sistemarsi, ho cercato di congiungere le cose".
Lucci, che da più udienze sta respingendo le accuse di essere stato a capo di un’associazione per delinquere, la Curva Sud, ha sostenuto anche di non essere stato "l’istigatore" dell’azione contro Iovino. Nelle oltre 100 pagine di trascrizioni dell’udienza, Lucci dice: "Vi racconterò la storia più bella che avete mai sentito nella vostra vita". Parla, come già emerso, dell’ormai nota fotografia, il 16 dicembre 2018, assieme al vicepremier e all’epoca anche ministro dell’Interno Matteo Salvini, in occasione della festa per i 50 anni della curva Sud all’Arena. "Non volevo Salvini alla festa della Curva, non per la mia chiara simpatia politica (ha detto di essere sempre stato di estrema sinistra, ndr) ma esclusivamente perché la Curva Sud (...) ha fatto un lavoro molto duro per estirpare la politica".
Per Lucci "un pò di ragionevolezza" avrebbe dovuto portare un politico a decidere di non andare "a una festa ultras". Dopo che Salvini salutò i giocatori, questa la versione di Lucci, "nel tornare mi vede (...) mi riconosce, passa, gli do una pacca sulla spalla ed è la foto che gira da un sacco di tempo". E "io divento il grande amico di Salvini". Giorni dopo, prosegue il racconto, Fedez postò un foto in cui attaccava Salvini mettendo quell’immagine e scrivendo "a lui sei andato a citofonare? Al tuo amico spacciatore?". Successivamente "Fedez chiede a Lazza", altro rapper, "se poteva venire a vedere una partita in curva insieme a noi". Gli viene fatto presente che il capo curva è Lucci, quello che lui ha insultato con quel post, e a quel punto "la settimana dopo mi ritrovo nel mio negozio Fedez (...) per chiarire questa roba qua e da lì nasce un’amicizia". La giudice di Milano Ilaria Simi De Burgis ha concesso intanto il rito abbreviato ai tre ultras milanisti che avevano scelto il rito ordinario: Christian Rosiello, Francesco Lucci, fratello di Luca, e Riccardo Bonissi.