ALBERTO OLIVA
Cronaca

Il teatro bottega nei sotterranei del Passante

C’è un luogo, sotto i binari del Passante ferroviario di Porta Vittoria, che sembra fatto apposta per chi crede che...

Oliva è un luogo, sotto i binari del Passante ferroviario di Porta Vittoria, che sembra fatto apposta per chi crede che...

Oliva è un luogo, sotto i binari del Passante ferroviario di Porta Vittoria, che sembra fatto apposta per chi crede che...

C’è un luogo, sotto i binari del Passante ferroviario di Porta Vittoria, che sembra fatto apposta per chi crede che il teatro non sia solo rappresentazione, ma esperienza collettiva. Si chiama Atelier del Teatro e delle Arti, e dal 2014 accoglie attori, pittori, scenografi, musicisti e pubblico in uno spazio che è scuola, officina, palcoscenico e casa. Una fucina permanente nata da Zorba Officine Creative, per iniziativa di Andrea Cavarra, e cresciuta grazie a un gruppo di appassionati. Qui si costruiscono scene, si scolpiscono personaggi, si condividono visioni. C’è Abhu Camarà, pittore senegalese dalla poetica intensa; Dino Serra, scenografo di grande esperienza; Danis Ascanio, pittore cubano con una ricerca personale originalissima. E poi Chiara Barlassina, costumista e scenografa, e i due fondatori di Donc, Francesca Di Traglia e Marco Ripoldi. Passano anche Francesco Zamboni e Andrea Meroni, con il loro Collettivo Clown, e il lavoro si apre a incursioni di tango con Gianluca Giadima e Daniela Fassina (TangoYTangos Academy), teatro fisico e improvvisazione con Andrea Bochicchio. L’Atelier è tutto questo, e molto di più. Un crocevia culturale in continuo movimento, in cui giovani usciti dalle scuole milanesi di teatro si mettono alla prova, scenografi alle prime armi costruiscono le loro prime macchine sceniche, e il pubblico è invitato a entrare dentro il processo creativo, non solo a guardarlo. Qui il teatro non è un prodotto, ma un percorso. Le tecniche tradizionali si mischiano alla sperimentazione: si lavora sul clown, sul teatro popolare, sulla maschera neutra e quella espressiva (con Luigi Vittoria, allievo di Mario Gonzalez del Théâtre du Soleil), si esplorano le possibilità di integrare discipline della psicologia e della performance, Oriente e Occidente. Uno spazio sotterraneo, ma tutto proiettato verso l’alto. Aperto, plurale, ostinatamente vivo. Un’officina d’arte che si muove sotto il traffico e i palazzi, ma che ha il coraggio – e la forza – di restare in ascolto della città. Un esempio raro, concreto, di come si può fare cultura dal basso, senza chiedere il permesso.