Milano, 17 febbraio 2024 – Un altro colpo di scena nel “film“ sul futuro di San Siro, un lungometraggio – se ne parla dal 2019 – che assume sempre più i connotati di un giallo privo di lieto fine, almeno per ora. L’ultima scena – anzi, uscendo dalla metafora cinematografica – l’ultimo atto riguarda una lettera che Webuild Spa – uno dei più grandi gruppi italiani nel settore delle costruzioni – ha inviato giovedì al Milan, al Comune e a M-I Stadio (la società che gestisce lo stadio Meazza controllata da Milan e Inter), ma non all’Inter, nella quale l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini manifesta "la disponibilità a collaborare nella individuazione di modalità e processi finalizzati alla rigenerazione funzionale e strutturale dello stadio per una sua miglior fruizione nel medio periodo".
In pratica Webuild scende in campo nella partita avviata lo scorso 31 gennaio da Sala. Quel giorno, nell’aula del Consiglio comunale, il primo cittadino, durante la commissione Sport-Olimpiadi-Rigenerazione urbana, ha lanciato un appello ai due club: ristrutturate la Scala del calcio, il Comune è pronto a concedervi un diritto di superficie, scontato, per 90 anni, e accantonate i progetti di realizzare nuovi stadi a San Donato Milanese, dove il Milan ha già acquistato l’area San Francesco, e a Rozzano, dove l’Inter ha opzionato fino ad aprile un terreno del gruppo Cabassi. Il messaggio di Sala prendeva spunto dalla presentazione del progetto di restyling di San Siro presentato proprio il 31 gennaio in aula dall’architetto Giulio Fenyves dello studio Arco Associati, che ipotizzava una ristrutturazione dello stadio senza costringere Milan e Inter a giocare fuori Milano per due o tre anni.
Un elemento, quello del restyling senza trasloco delle squadre, che è anche il messaggio chiave della lettera di Salini, il quale scrive che è possibile non solo "migliorare l’accesso e l’hospitaly dello stadio" come voluto dai club, ma anche "prevedere un intervento che sia realizzabile fer fasi, garantendo la continuità degli eventi sportivi attraverso una programmazione pluriennale che privilegi i periodi estivi e mirando a rendere lo stadio idoneo anche per ospitare le manifestazioni inerenti alla prossima Olimpiade Milano-Cortina 2026 (il 6 febbraio 2026 il Meazza dovrà ospitare la cerimonia inaugurale dei Giochi invernali, ndr)". La missiva di Webuild aggiunge che "da una prima analisi, ancora oggetto di verifiche con i soggetti competenti ed interessati, nonché di proprie verifiche tecniche, potrebbero sussistere le condizioni per realizzare interventi compatibili in larga misura con il calendario degli eventi (leggi: le partite di Milan e Inter, ndr)".
Salini, dunque, conclude che "WeBuild Spa è sin d’ora disponibile ad avviare tale studio di fattibilità, anche con le stime economiche e i possibili tempi e modi di realizzazione" della ristrutturazione di San Siro. La lettera della multinazionale delle costruzioni ha convinto Sala a inviare subito una lettera ai due club in cui li convoca con urgenza in Comune per un confronto sull’opzione di restyling del Meazza. La data del vertice non è stata ancora fissata, ma potrebbe esserlo a breve. Intanto il capogruppo di FI Alessandro De Chirico, colui che ha promosso il progetto Fenyves presentato al sindaco, giudica il messaggio di Webuild "un passo importante verso la ristrutturazione di San Siro. Restiamo a disposizione della società e dei club per presentare loro il progetto".
Il cerino, ora, passa nelle mani dei club. Ma alcune domande sorgono spontanee. Il Milan, dopo aver acquistato per una cifra vicina ai 20 milioni di euro l’area di San Donato, può essere ancora interessato a restare in un Meazza ristrutturato? Dal club rossonero fanno sapere che l’opzione San Siro non è mai stata definitivamente accantonata, ma aggiungono che nella lettera di Webuild i lavori senza trasloco dei club sono un’ipotesi tutta da verificare, tanto che è presentata con il verbo al condizionale. Dunque la prima opzione rossonera, per ora, resta San Donato Milanese. Il commento dell’Inter? Nessuno. Anche perché – a proposito del film giallo da cui siamo partiti – la lettera di Webuild non è stata indirizzata alla società di Steven Zhang.