
L’avvocata racconta i maltrattamenti dell’ex compagno Alirez Roodsari, arrestato dai carabinieri "Volevo aiutarlo perché mi sono innamorata delle sue fragilità. Lui cercava sempre di prevaricarmi".
"Quella donna sono io. Lo faccio perché sono un avvocato penalista che difende anche le donne vittime di violenze, sono un personaggio pubblico ma sono soprattutto sono una donna. E mi sono sentita in dovere di dimostrare che non bisogna avere paura e vergogna. Bisogna denunciare perché la giustizia esiste, la giustizia può proteggere". È Solange Marchignoli la vittima dei maltrattamenti che martedì hanno portato ai domiciliari l’ex compagno Alireza Roodsari, uomo d’affari iraniano di 52 anni. Ieri pomeriggio la legale, che in passato ha assistito anche Alessia Pifferi e Azouz Marzouk, si è esposta in prima persona durante il programma "Dentro la notizia" di Canale 5 per raccontare un calvario durato più di due anni, come ricostruito dall’indagine di Procura e carabinieri.
"Il primo schiaffo è arrivato durante una vacanza all’Isola d’Elba dopo una discussione per futili motivi – ricostruisce davanti alle telecamere –. Questa storia ha un grande mantello di tossicodipendenza. Io non ho mai conosciuto la droga, ma ho raccolto la sua richiesta d’aiuto. Abbiamo fatto dei percorsi insieme perché pensavo che questo problema gigante potesse essere risolto". Marchignoli parla così del suo ex: "Volevo aiutarlo perché mi sono innamorata di lui e delle sue fragilità. Ho contattato le migliori cliniche e ho cercato di aiutarlo nel modo migliore. Il problema è che io pensavo che la mano che muoveva la violenza, la penna che scriveva messaggi inenarrabili o la bocca che diceva parole inqualificabili, per me erano la conseguenza di un demone, per me erano un qualcosa più forte di lui. Così ho pensato che una volta eliminata quell’ombra le avrei offerta una vita bella, fatta di cose semplici e di affetti". E invece così non è stato: "La relazione si era rotta l’anno scorso, io l’avevo lasciato perché era una situazione fuori da ogni logica umana. Il problema era anche la mia immagine di professionista, di persona che va in televisione. Lui ha fatto un lavoro d’isolamento: invece di essere complice, cercava di prevaricarmi, non voleva che andassi in tv, non voleva che facessi niente".
Poi il riavvicinamento qualche mese fa e l’ultima violentissima aggressione a Dubai lo scorso 29 luglio: "Mi sono risvegliata che avevo la mascella con una frattura aperta, avevo i denti superiori in gola. Mi hanno operata. Lui mi ha detto che ero caduta e ho picchiato il viso sul tavolo. Tornata a Milano, anche se lui non voleva, sono andata all’ospedale perché non sapevo cosa mi avessero fatto. Ho scoperto al San Paolo che ho dodici viti nella mascella".
Nicola Palma