Milano – Quelle azioni servivano per "esprimere il nostro dissenso" e attirare l’attenzione sull’emergenza climatica: "Che cosa diremo tra vent’anni ai nostri figli e nipoti? Che non abbiamo fatto abbastanza?".
Giacomo, originario di Como e studente a Trento, ha risposto così alle domande del giudice sui motivi che lo hanno portato a scendere in piazza nel settembre 2021, quando al MiCo di Milano si riunivano i rappresentanti di 40 paesi per gli incontri preparatori al vertice sui cambiamenti climatici COP 26. È uno dei primi esponenti del movimento Extinction Rebellion a finire sotto processo a Milano. Con lui altri sette giovani, imputati per manifestazione non autorizzata e imbrattamento.
Azioni in giornate che hanno visto anche la presenza a Milano di Greta Thunberg, mentre gli eco-attivisti si sono radunati in zona Fiera per protestare. "Sono 50 anni che si fanno conferenze – ha spiegato in aula uno degli imputati – ma le decisioni prese non sono sufficienti per risolvere il gigantesco problema del cambiamento climatico". Per loro, incensurati, è la prima volta davanti a un giudice. Sono studenti poco più che ventenni, provengono da diverse città del Nord Italia e rischiano la loro prima condanna.
Uno dei difensori, l’avvocato Gilberto Pagani, ha depositato un video di sei minuti, acquisito dal giudice. L’obiettivo è quello di dimostrare che non fu imbrattato con le bombolette spray un immobile dell’ente fieristico, ma piuttosto un telone in Pvc. Si ridimensionerebbe, quindi, l’entità dell’episodio. Tra i testimoni anche agenti della polizia di Stato che monitorano il movimento: "Quel giorno hanno creato sicuramente un allarme, abbiamo attivato il meccanismo per garantire la sicurezza del sito e arginare la protesta. Almeno secondo la nostra esperienza non ci sono state finora azioni violente. La violenza, per noi, è un’altra cosa".
L’imbrattamento durante l’incontro del 2021 al Milano Convention Centre al Portello è stato seguito da una serie di altri blitz degli eco-attivisti nel capoluogo lombardo. Nel marzo scorso è finito nel mirino anche il monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano, sporcato con vernice spruzzata utilizzando degli estintori.
A luglio un nuovo blitz: questa volta ad essere presi di mira sono stati i cartelloni che proteggevano la statua nelle fasi di pulitura.Per questa azione sono state denunciati dalla Digos, per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, sei esponenti del movimento Ultima Generazione. Un gesto che potrebbe costare caro agli autori. Fuori dal Palazzo di giustizia, durante l’udienza, si sono radunati in presidio altri ragazzi di Extinction Rebellion. "La crisi ecoclimatica – si legge su un cartello – non è un problema di ordine pubblico".