SERENA CURCI
Cronaca

Greta Galli, la tech influencer plusdotata: "Alleno a capire il futuro, solo sbagliando si impara. Tutto è iniziato con il cubo di Rubik”

Classe 2002, ha 160mila followers su Instagram e rende facile la tecnologia a colpi di video: “Ho scoperto di essere plusdotata in oratorio, la scuola non è ancora pronta. Mi è capitato che alcuni professori si sentissero in difetto o sfidati da me”

Greta Galli 23 anni nata a Fagnano Olona (Varese) tech influencer da 166mila follower su Instagram

Greta Galli 23 anni nata a Fagnano Olona (Varese) tech influencer da 166mila follower su Instagram

Milano – "L’obiettivo dei miei video è semplice: rendere la tecnologia facile e accessibile a tutti", spiega Greta Galli, tech influencer da oltre 160mila followers su Instagram. Classe 2002, appassionata di materie scientifiche, Galli non è una semplice divulgatrice social: è una ragazza plusdotata - o come spesso si usa dire gifted - con un quoziente intellettivo pari a 133. E oggi e domani parteciperà al Best Movie Comics and Games, fiera milanese incentrata su cinema, fumetti e videogiochi. Lì sfiderà se stessa, provando a risolvere due iconici rompicapi: il cubo di Rubik e Perplexus, un labirinto 3D racchiuso in una sfera trasparente. Un’occasione per divertirsi e riscoprire la bellezza di giochi che hanno fatto la storia, diventando un ponte tra generazioni.

Le materie scientifiche fanno parte della sua quotidianità: quanta matematica si nasconde dietro il cubo di Rubik?

"Ho iniziato a risolverlo alle superiori seguendo il consiglio di un mio professore di informatica: secondo lui questo rompicapo era lo strumento perfetto per esercitarsi nella risoluzione degli algoritmi. Direi che la matematica è centrale nel cubo di Rubik, ma è uno strumento con infinite possibilità, dipende dall’uso che vogliamo farne: può essere un gioco o un mezzo per allenare logica e memoria".

Sui social parla spesso di tematiche molto settoriali eppure ha superato i 160mila followers: perché la gente è così affascinata dalla robotica e dalle stampanti 3D?

"Credo che molte persone vedano in queste materie il futuro. Ed è per questo che si informano: per capire in quale direzione andrà il mondo. Secondo me è un modo per comprendere la realtà che ci circonda, abbracciarla e imparare a farne parte".

Un altro tema molto divisivo che tratta sui social è l’intelligenza artificiale.

"Il futuro dell’intelligenza artificiale è una delle grandi incognite del nostro secolo. Ci sono settori, come quello della ricerca scientifica, che la utilizzano per fare del bene, ma c’è anche chi la sfrutta in maniera negativa, basti pensare al fenomeno dei deepfake. L’intelligenza artificiale è uno strumento e come tale dipende dalla persona che sceglie di usarlo. È come un coltello: se lo avesse tra le mani uno chef ci preparerebbe una prelibatezza, se finisse tra le grinfie di un assassino direi che gli esiti potrebbero essere nefasti".

Sui suoi profili ha raccontato la sua storia personale. Lei è una ragazza plusdotata, con un quoziente intellettivo decisamente sopra la media: come l’ha scoperto?

"Grazie a un prete. Da ragazzina frequentavo l’oratorio e un giorno mi consigliò di vedere “Gifted”, un film che ha come protagonista una ragazzina plusdotata: quando lo vidi per me si aprì un mondo, per la prima volta capii me stessa".

Com’è possibile che la scoperta sia avvenuta in oratorio e non tra i banchi di scuola?

"Le scuole non sono pronte ad accogliere i ragazzi plusdotati, mancano gli strumenti. Io l’ho scoperto all’età di 16 anni e molti dei miei atteggiamenti, fino ad allora, non riuscivo a comprenderli. Certe volte mi è capitato che alcuni professori si sentissero in difetto o sfidati da me e questo creava sicuramente un clima di tensione in classe".

La velocità nell’apprendimento può essere un aiuto nello studio, ma esistono delle difficoltà per una persona gifted?

"La mente di una persona plusdotata viaggia molto velocemente, è un groviglio di pensieri costanti che si mescolano. Io cerco di tenermi occupata il più possibile o corro il rischio di appassionarmi velocemente a un tema, diventarne esperta per poi stufarmi altrettanto rapidamente. Bisogna trovare un equilibrio tra fame di sapere e noia".

Quale consiglio dare ai giovani studenti che vogliono lavorare nel settore tech?

"Di provarci sempre, di essere appassionati e di sbagliare tanto. Queste sono materie pratiche e solo sbagliando si impara e si ottengono risultati. L’errore non è mai un fallimento ma è parte del successo".