MARGHERITA
Cronaca

Focus fino all’ultima riga È già nostalgia

Paglialunga Appena arrivata davanti all’ingresso del Parini, sono andata incontro ai miei compagni e dai loro sguardi mi sono parsi stanchi...

Paglialunga Appena arrivata davanti all’ingresso del Parini, sono andata incontro ai miei compagni e dai loro sguardi mi sono parsi stanchi...

Paglialunga Appena arrivata davanti all’ingresso del Parini, sono andata incontro ai miei compagni e dai loro sguardi mi sono parsi stanchi...

Paglialunga

Appena arrivata davanti all’ingresso del Parini, sono andata incontro ai miei compagni e dai loro sguardi mi sono parsi stanchi prima ancora di iniziare e anche io devo ammettere che rispetto a ieri mi sentivo meno pimpante, come se il tema ci avesse prosciugati. Molti di noi invocavano Seneca, speravano in una versione clemente, fatta di sententiae e periodi brevi. Poveri illusi, non sapevamo ancora cosa ci aspettava! Nonostante la sorpresa iniziale e il cuore che ha saltato un battito, dopo aver letto “Cicerone”, mi sono fatta animo e l’ho affrontato. Il brano era tratto da un’opera che non conoscevo, Laelius de amicitia, ma almeno trattava la tematica universale dell’amicizia. Da due anni, condivido il dizionario di latino con mia sorella, che fa liceo classico come me. E appena l’ho aperto, ho trovato scritto con la sua calligrafia: "Sei fortissima, mi raccomando: focus fino all’ultima riga". Devo dire che questo incoraggiamento è stato prezioso perché nel corso della traduzione non sono stati pochi i momenti di sconforto! Trattandosi di un autore illustre, in mio aiuto ci sono state anche alcune frasi che ho trovato già tradotte sul dizionario. Frase dopo frase, dopo quattro ore, sono arrivata all’ultima riga. A quel punto il mio stomaco ha cominciato a farsi sentire, ma avevo già terminato la frutta secca che mi ero portata da casa. Per fortuna la mia professoressa di latino è venuta in mio soccorso offrendomi dei biscotti e delle parole di incoraggiamento. Dopo aver riletto la versione mi sono concentrata sull’analisi. Nel complesso è stata una prova impegnativa perché i lunghi periodi ipotattici tipici dello stile di Cicerone non sono facili da districare. Ho ripensato alle versioni fatte in classe, ai "rivedi bene questo ablativo assoluto" della prof, agli errori corretti insieme ma anche ai pomeriggi passati a confrontarmi con i compagni. Al momento della consegna, ho provato un senso di soddisfazione per aver dato il massimo. Ma subito dopo sono stata assalita da un senso di nostalgia perché ho ripensato alle tante traduzioni fatte nel corso di questi cinque anni e ai tanti momenti trascorsi con i miei compagni a condividere tensioni, risate e progetti per il futuro. Anche questa è fatta e adesso: orale a noi!

*Studentessa del liceo

classico Parini