Fedez ricoverato nel reparto solventi. Il chirurgo che lo operò: “Credo che sarà dimesso in pochi giorni”

L’ospedale Fatebenefratelli di Milano non ha però rilasciato alcun bollettino medico. Il cantante ha avuto un'emorragia interna causata da due ulcere

Fedez e il chirurgo Massimo Falconi

Fedez e il chirurgo Massimo Falconi

Dopo essere arrivato giovedì all’ospedale Fatebenefratelli per un emorragia interna causata da due ulcere anastomotiche, il rapper Fedez è stato ricoverato nel reparto solventi della struttura. Con lui c’è la moglie Chiara Ferragni, che si è precipitata al pronto soccorso rientrando d’urgenza in aereo dalle sfilate ParigiMassimo Falconi, il chirurgo che operò Fedez per tumore al pancreas nel 2022, crede che il cantante “sarà dimesso in pochi giorni”, benché l’ospedale non abbia rilasciato alcun bollettino medico. 

Nel reparto solventi del Fatebenefratelli sono ricoverati solo i pazienti privati e assicurati, che hanno la possibilità di scegliere il proprio medico curante e risiedono in una camera singola che può ospitare anche un accompagnatore. Negli ultimi giorni, dopo essere stata accertata l’emorragia, Fedez ha fatto due trasfusioni di sangue. Lo ha spiegato lui stesso con una storia su Instagram.

“È giovane – ha detto Falconi – e queste sono di solito degenze di una settimana. Conoscendolo tenderà a scalpitare quindi del giro di quattro giorni, una settimana sarà dimesso. Lo dico in base alla mia esperienza, non per notizia diretta”. Il primario non ha parlato al telefono con Fedez ma, ha detto, “ci scriviamo e dice che sta abbastanza bene”.

“Sapendo che i colleghi sono molto bravi, gli abbiamo detto di stare tranquillo e mi pare sia andato tutto bene” ha aggiunto. Secondo Falconi, l'ulcera non ha a che fare con la malattia che ha avuto e “non c'è motivo di pensare” che abbia a che fare con l'operazione, “lui ha un piccolo moncone di duodeno dove si è sviluppata l'ulcera ma poteva succedere a qualsiasi persona”. Ora bisognerà aspettare che i valori del sangue tornino normali dopo la trasfusione ma il chirurgo è sicuro che "”ornerà la persona attiva di sempre”. 

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