
La festa per l'inaugurazione di Fattoria Pianeta Terra in via Corelli alla presenza di centinaia di persone
Milano – Dici via Corelli e pensi al Cpr con tutti i suoi problemi. Immagini la periferia, il cemento e la solitudine di Milano. Ma se è vero che “dai diamanti non nasce niente” è qui che devi aspettarti il germoglio di un seme. Fuor di metafora, la rinascita di questa parte dimenticata di città inizia proprio con l'apertura di una fattoria, la Fattoria Pianeta Terra.
Un angolo immerso nel verde che non ti aspetti, quello del Parco Forlanini, dove una vecchia corte di campagna è stata acquistata e ristrutturata per diventare un luogo protetto per minori soli o vittime di violenza.
Un percorso durato sette anni, dal 2018 a oggi, per sfatare un altro luogo comune: le strutture dedicate all'accoglienza possono - e dovrebbero - essere tanto belle quanto il fine che si propongono. E non certo per mere ragioni estetiche.

Mdm e Nivalis insieme
Nel caso di Fattoria Pianeta Terra, che ieri ha aperto le sue porte alla città alla presenza di 400 persone – tra cui il sindaco Beppe Sala e il procuratore capo presso il Tribunale per i minorenni di Milano Luca Villa – ciò è stato possibile grazie alla Fondazione MdM (Main Dans Le Main) dell’imprenditore Carlo Crocco, fonndatore della marca svizzera di orologi Hublot, che ha deciso di utilizzare parte dei benefici della sua azienda per lanciare progetti a favore dei bambini più poveri e bisognosi. Dopo i vari villaggi per orfani aperti in India, una fattoria “sociale” in Canton Ticino e una comunità nel Comasco, la volontà di Mdm ha incrociato la vocazione della cooperativa Nivalis a Milano, in via Corelli appunto, cercando di dare la migliore risposta a un problema “silenzioso”. “Ho vissuto 37 anni in questa città – riassume Crocco – e ho sentito l’esigenza e il desiderio di realizzare qualcosa di utile anche qui. Così sette anni fa chiamai il Comune che mi propose questa cascina. E ora eccoci qui”.

Il dramma in numeri
In Italia i bambini e i ragazzi che non possono vivere nella propria famiglia e che vengono accolti in case protette sono un numero altissimo. Solo a Milano e nei comuni limitrofi sono più di 1.000 e in Lombardia oltre 4.000. “Il punto - spiega Jacopo Dalai, fondatore e presidente di Nivalis e responsabile del progetto in questione - è che mancano posti disponibili per l’accoglienza e i bambini che il Tribunale dei Minori decide di allontanare dalle famiglie di origine vengono mandati ormai anche fuori regione. Se non esiste una ragione a loro tutela per farlo, allora inviarli a centinaia di chilometri di distanza significa sradicarli dal loro territorio e rendere difficile, se non impossibile, l’opera di ricucitura con il contesto famigliare, obiettivo cruciale del percorso visto che non parliamo di minori in adozione”. Quelli più grandi, poi, se spediti in altre città o regioni, spesso decidono di scappare e di rifugiarsi da conoscenti o amici, nel migliore dei casi, o di vivere alla giornata, nel peggiore. Pur di restare dove sono cresciuti.

La nuova esperienza
Al termine di un articolato iter amministrativo, Fattoria Pianeta Terra dal prossimo settembre potrà dare ospitalità a una ventina di minori individuati dai servizi sociali, offrendo loro molto più di un tetto per la notte o di un tavolo su cui mangiare o studiare. Un luogo protetto non significa chiuso: gli spazi si prestano per favorire la riservatezza e l’intimità negli incontri con i genitori e gli amici.
Bambini e ragazzi fuori famiglia
Gli ospiti saranno ragazze e ragazzi dagli 11 ai 14 anni, vittime di maltrattamento o violenza che necessitano di un percorso protetto in un contesto comunitario. Per “minori fuori famiglia” si intendono tutti coloro che sono stati allontanati dalla loro famiglia di origine. Il termine comprende sia coloro che sono in affido a parenti della propria rete familiare, sia in affido ad altre nuclei, sia in comunità. Un minore su tre accolto in comunità è straniero e, nella maggioranza dei casi, si tratta di un ragazzo non accompagnato.
“Vi saranno inoltre alcuni bilocali di semi autonomia per i ragazzi più grandi o per giovanissime madri con bambini. Giovanissimi soli o in uscita da percorsi di affido o di comunità che qui potranno sperimentarsi in un cammino verso l’autonomia, prendendosi cura di sé stessi e dei propri desideri, accompagnati verso la vita adulta”, spiega Dalai.

Apertura verso l’esterno
Il principio del progetto è proprio quello dell’apertura e del dialogo verso l’esterno, favorendo l’idea di cittadinanza attiva e solidale e di accoglienza diffusa, da estendere a famiglie disponibili a sostenere gli ospiti e a passare del tempo con loro. “Le cascine nascono infatti come luoghi vitali, dove i cicli della natura accompagnano la crescita e sono fonte di benessere per chi la abita e ci lavora. La struttura, con i suoi spazi e la sua vocazione attiva e produttiva, consentirà di offrire agli ospiti opportunità di lavoro, relazione, futura autonomia e dignità”. Come?
Gli strumenti
Saranno innumerevoli le attività che verranno pianificate e organizzate all’interno di questo luogo: dalla fattoria didattica alla pet therapy. Ma soprattutto un ruolo centrale lo avranno la “coltivazione agricola e le attività produttive (ceramica, falegnameria, servizi per il Parco Forlanini e per il Centro sportivo Saini), con opportunità di formazione professionale e lavoro per gli ospiti. Ogni attività sarà pensata per dare valore al luogo e agli ospiti che ci vivono, al fine di mettere solide basi a un progetto di autonomia”.
Il sindaco Sala
“Vi ringrazio a nome di tutti i milanesi – ha detto il sindaco Sala –: siete il modello di accoglienza che Milano vuole rappresentare. Questo è lo spirito ambrosiano, dove ognuno fa la sua parte senza aspettare che venga chiesto. La Fattoria Pianeta Terra sarà un simbolo della città. Il mio invito – conclude – è di fare in modo che i milanesi vedano e conoscano ciò che farete qua dentro”