ANNA GIORGI
Cronaca

La famiglia di Giulia Tramontano tra dolore e rabbia: “Impagnatiello deve marcire in cella”

Processo per il delitto di Senago, la sorella Chiara: “Si chiede scusa per uno specchietto rotto, ci prendi in giro. Meriti di svegliarti ogni mattina in galera e provare ribrezzo per te stesso"

Mario Tramontano, fratello di Giulia, in lacrime mentre entra nell’aula del processo, accompagnato dalla madre Loredana

Mario Tramontano, fratello di Giulia, in lacrime mentre entra nell’aula del processo, accompagnato dalla madre Loredana

MILANO – A marzo, a Senago, nella casa che condivideva con Alessandro Impagnatiello, Giulia organizza il baby shower, la festa per svelare il sesso del nascituro. Aspetta Thiago da cinque mesi, due mesi dopo verrà assassinata dal compagno con 37 coltellate e buttata, in parte carbonizzata, fra le sterpaglie, accanto al garage, a poche centinaia di metri dalla casa. Alla festa, quel pomeriggio, c’è tutta la famiglia Tramontano e anche quella di Impagnatiello, c’è un video, depositato agli atti: si vede lui che abbraccia e bacia Giulia, i genitori di lei, si mostra felice, sembra impaziente di diventare padre. Istantanee di pura crudeltà, a scorrerle oggi.

Chi avrebbe immaginato che lui, in realtà, mentre abbracciava Giulia, avvelenava lei e il feto mettendo topicida e ammoniaca nella tisana che le preparava ogni sera, premuroso, per calmarle la nausea e il malessere (in realtà provocato dal suo veleno) di cui lei parlava nei messaggi e nelle telefonate con mamma e sorella, anche queste acquisite a processo. Nel tranello di questa doppia faccia e poi, si scoprirà, anche di una doppia vita, era caduta Giulia, che solo il giorno in cui morirà massacrata dalle coltellate aveva incontrato ’l’altra’, una collega di lavoro del compagno, una giovane italo-inglese di 23 anni con cui lui la tradiva da tempo. Anche ’l’altra’ era rimasta incinta, ma aveva abortito qualche settimana prima che Giulia morisse. Poi Giulia, dopo quell’incontro ripreso dalle telecamere, si era rimessa in auto e aveva scritto un WhatsApp a una amica: "Alessandro mi ha rovinato la vita. Crescerò il mio bimbo da sola".

Sotto il peso di tutto questo dolore la famiglia Tramontano è uscita dall’aula e non ce l’ha fatta ad ascoltare le scuse di Impagnatiello: "L’ennesima recita di un assassino", ha detto Chiara che solo dopo ha trovato la forza di affidare ai social il suo pensiero: "Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura. Non hai diritto di pronunciare, invocare o pensare a Giulia e a Thiago. Dopo averli uccisi barbaramente meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso".

Mentre papà Franco e mamma Loredana con grande compostezza e dignità dicono che la loro unica forza oggi è "la speranza di avere giustizia per la figlia che non rivedranno mai più e per il nipote che non potranno mai cullare. Non ci fermeremo finché non avremo giustizia".

Chiara ha chiesto ancora che l’assassino di sua sorella e di suo nipote sia condannato all’ergastolo, senza sconti, come loro sono stati condannati "all’ergastolo di un dolore atroce".

Si torna in aula il 12 febbraio, prima udienza che entra nel merito con l’esame dei testi.