
Emilio Fede negli studi Mediaset di Cologno Monzese
Segrate (Milano), 4 settembre 2025 – È il giorno dell’ultimo saluto a Emilio Fede, morto martedì 2 settembre all’età di 94 anni. Da qualche minuto il feretro del giornalista è arrivato presso la chiesa Dio Padre di Segrate (segui la diretta).

Tanti i giornalisti presenti e i volti noti della tv a ricordare il giornalista, morto nella Rsa di Segrate, dove lo storico direttore del Tg4 era da tempo ricoverato a causa di una malattia e negli ultimi anni la sua salute si era progressivamente deteriorata. Qualche giorno fa, le sue condizioni si erano rapidamente aggravate e martedì 2 settembre la figlia Sveva ha annunciato che il padre è spirato.

L’ultimo saluto
"Vengo a dare omaggio alla persona e alla sua genialità. Un giornalista geniale, questo posso dire, ad avercene”, ha detto Marcello Dell'Utri, al suo arrivo a Segrate.

Il fratello Puccio
“Era nato con il dna del giornalista. Ha fatto la gavetta vera del giornalista, correndo in giro senza macchina. Non ci vedevamo più tanto spesso, perché io vivo all'estero, in Africa, ma siamo sempre rimasti in contatto. Le vicende giudiziarie non lo hanno sconvolto”, ha detto il Puccio, fratello minore di Emilio Fede, tra i primi ad arrivare alla parrocchia Dio Padre.

Paolo Brosio
“Se mi chiedete un ricordo, non posso perché ce ne sono troppi, sono tantissimi. Senza di lui e le sue cazziate, non sarei quello che sono oggi. Quando lui è volato in cielo, ho avuto un unico rimorso, di non essere andato a trovarlo in Rsa. Ma oggi ho pregato e ho ripercorso tutta la mia vita con lui”.

Claudio Brachino
"È stato il nostro maestro, ci ha insegnato la tv e con lui abbiamo fatto la storia con il primo tg delle tv private. Senza Fede, Mentana sarebbe arrivato dieci anni dopo. Per me è stato un maestro e un amico, l’ho frequentato e siamo rimasti amici perché si resta amici quando si sale e anche quando si scende”.
Don Carlo
Un ricordo personale di Emilio Fede lo ha regalato durante l’omelia anche Don Carlo, che ha conosciuto Fede durante la sua permanenza nella Rsa San Felice. “Vivevi la nostra stessa vita anche se molti continuavano a chiamarti direttore con rispetto e con affetto", ha sottolineato il don. “Una morte affrontata con serenità nonostante la sofferenza contro cui hai reagito con forza e coraggio fino all'ultimo giorno. Addio direttore, il tuo ricordo mi rimarrà sempre nel cuore e nella memoria”.