NICOLA PALMA
Cronaca

Elemosina e molestie ai viaggiatori: metrò gialla vietata agli eroinomani

Controlli sulla M3: diciassette ordini di allontanamento per altrettanti tossicodipendenti di Rogoredo

Un giovane tossicodipendente fuma eroina sul metrò giallo sotto gli occhi dei passeggeri

Fanno la spola da piazza Duomo a Rogoredo. Su e giù in metropolitana per racimolare gli spiccioli sufficienti per acquistare una dose di eroina. Per anni, quel viavai di tossicodipendenti sui vagoni della linea gialla è stato l’unico segno tangibile in centro città di un problema a lungo accantonato nel periferico boschetto di via Sant’Arialdo, dove hanno proliferato fino al 2019 i pusher di "nera" a prezzi di saldo. Poi è arrivato lo smantellamento delle piazze di smercio nell’area verde e la migrazione degli spacciatori sui binari della ferrovia in direzione San Donato Milanese.

Solo una cosa non è cambiata: la presenza di quei fantasmi sui treni. Ora anche questo aspetto del problema è stato affrontato dalle forze dell’ordine: giovedì sera la Questura ha organizzato un servizio di monitoraggio sulla M3 proprio per intercettare le persone che chiedono con insistenza agli altri passeggeri i soldi per "bucarsi". In totale, gli agenti della Polmetro e della Divisione Anticrimine (con l’ausilio degli addetti alla security di Atm) hanno controllato 105 persone: di queste, 17, tra cui 13 uomini di età compresa tra 21 e 68 anni e 4 donne tra 18 e 26 anni, sono state identificate e sottoposte a ordine di allontanamento dall’intera rete di trasporto sotterraneo, con relativa sanzione amministrativa; se dovessero riprendere il metrò verso Rogoredo, andrebbero incontro al cosiddetto "Daspo urbano". L’attività rientra nel piano antidroga che negli ultimi mesi si è già concretizzato nell’emissione da parte del questore Giuseppe Petronzi di un centinaio di misure di prevenzione tra avvisi orali e fogli di via. Due settimane fa, è arrivato anche il timbro della Polfer, che ha chiuso un’indagine iniziata nel febbraio 2020 con 12 arresti: in manette, tra gli altri, sono finiti due componenti della famiglia marocchina Mansouri (Driss di 24 anni e Mustapha di 26), da tempo a capo dei “cavallini” che distribuiscono eroina da mattina a notte e che gli investigatori guidati dal commissario Angelo Laurino collocano a un livello intermedio della piramida che dal pusher di strada risale fino ai narcos che trattano le maxi partite di droga.

L’inchiesta ha accertato il giro di spaccio sui binari, monitorando i movimenti di venditori e compratori con diverse telecamere. Del resto, ha annotato nell’ordinanza il giudice Stefania Donadeo, i tossicodipendenti sanno "che lì il gruppo, a turno, in base a una loro organizzazione interna, ha una disponibilità immediata di quantitativi anche rilevanti di stupefacente: giungono gli acquirenti anche da altre Regioni, sicuri di rientrare a casa con il quantitativo desiderato".