
Skyline di Milano
MILANO – Il blocco di cantieri e progetti di sviluppo immobiliare non ha provocato, almeno per ora, un’esplosione del ricorso alla cassa integrazione nell’edilizia milanese e lombarda. Un settore che, guardando i dati sulle ore di ammortizzatori sociali chieste dalle imprese, sembra reggere nonostante gli allarmi lanciati da più fronti, mentre invece la situazione appare più preoccupante nell’industria o nel commercio. L’impatto potrebbe aver già interessato, invece, quei posti di lavoro più precari, come partite Iva e contratti a termine non rinnovati. “Il Pnrr e gli ultimi strascichi delle ristrutturazioni edilizie stanno facendo in qualche modo da ammortizzatore – spiega il segretario generale della Uil Milano e Lombardia Enrico Vizza – con un travaso di risorse su altri lavori in corso. Una ripartenza dei cantieri è necessaria, ma questo va fatto nel rispetto della legge, con una visione nuova, correggendo le distorsioni del passato e quelle speculazioni ai danni di cittadini e famiglie che poco a poco hanno cancellato quello storico patto sociale tra Milano e i suoi abitanti”.
Secondo i dati Inps analizzati dalla Uil milanese, nei primi sei mesi di quest’anno le ore di cassa integrazione autorizzate nel settore dell’edilizia, nella Città metropolitana di Milano, sono calate del 46,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un calo più consistente ma comunque contenuto (-30,2%) guardando al territorio lombardo, che spicca rispetto al -3,6% nazionale. A Milano, invece, esplode la cassa integrazione nel commercio, con un +97,8%. Soffre l’industria lombarda, che vede le ore di cassa integrazione autorizzate aumentare del 19,3%, a fronte di una crescita generale del 17,9% considerando tutti i settori. Un termometro, quello del ricorso agli ammortizzatori sociali, importante per leggere lo stato di salute dell’economia e dell’occupazione.
“La crescita della Cig straordinaria e l’aumento del numero dei lavoratori coinvolti – sottolinea il segretario Uil Lombardia Salvatore Monteduro – indicano una fase di riorganizzazione profonda del sistema produttivo lombardo. Le differenze territoriali e settoriali rafforzano l’idea di una regione a più velocità, dove le fragilità rischiano di cronicizzarsi. A questo si aggiunge una forte preoccupazione per l’impatto che potrà avere, nei prossimi mesi, la nuova fase di instabilità internazionale legata alla guerra commerciale in atto e all’introduzione di nuovi dazi tra blocchi economici globali”.
Dazi che, solo in Lombardia, secondo le stime potrebbero mettere a rischio 35mila posti di lavoro. “Un altro elemento che desta forte preoccupazione riguarda l’incremento delle ore di cassa integrazione nel settore del commercio – prosegue Monteduro – soprattutto attraverso il ricorso ai fondi di solidarietà. Questo dato segnala la progressiva difficoltà della domanda interna. L’erosione del potere d’acquisto, il rallentamento dei consumi e l’aumento dell’incertezza economica stanno mettendo sotto pressione le attività commerciali, determinando riduzioni di personale, tagli orari e utilizzo crescente degli ammortizzatori”.
In questo contesto spicca, come anomalia, il segno meno delle ore di cassa integrazione nell’edilizia sia a Milano sia in Lombardia. Da gennaio a giugno, sotto la Madonnina, gli ammortizzatori sociali hanno riguardato 508 lavoratori nelle costruzioni, 236 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nell’industria sono invece 9.617 a Milano e 43.504 in Lombardia, 717 e 1.221 nel commercio. Nell’edilizia, a Milano, sono state autorizzate in sei mesi 518.097 ore di cassa integrazione (una parte potrebbe non essere stata effettivamente impiegata dalle imprese), con un calo del 46,4% rispetto al 2024. È solo uno spaccato, di fronte a scenari futuri difficili da prevedere, in un mondo già scosso dalla fine del superbonus che vede anche il largo impiego di artigiani e partite Iva, i più colpiti quando i lavori si bloccano, e anche da ritardi nei pagamenti. “Per guardare avanti – prosegue Vizza – bisognerebbe iniziare dalla riqualificazione di quell’immenso patrimonio di case popolari sfitte e con un vero piano di edilizia sociale. La nostra preoccupazione è anche legata all’effetto dei dazi sull’economia lombarda: guardiamo con interesse a come si sta muovendo il sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo sul fronte dei rapporti internazionali, perché è necessario aprirsi a nuovi mercati”.