GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Il grido del Disability Pride: “Anche la nostra è una vita degna di essere vissuta”

Presentato a Palazzo Marino l’evento del 14 giugno: street parade di “corpi non conformi”: Ma prima quattro giorni di confronto e aggregazione, nel mirino le barriere di ogni tipo, culturali e architettoniche: “Milano non è ancora una città accessibile”

Da sinistra Maurizio Attanasi, Marta Corradi, Andrey Chaykin, Lamberto Bertolè e Mariella Meli

Da sinistra Maurizio Attanasi, Marta Corradi, Andrey Chaykin, Lamberto Bertolè e Mariella Meli

Milano – “Di solito su di noi si posano sguardi giudicanti o compassionevoli. Non abbiamo bisogno né degli uni né degli altri. Sabato 14 giugno sfileremo con i nostri bambini attaccati alle macchine salvavita, con le carrozzine addobbate da palloncini colorati, per dimostrare a tutti che la vita delle persone con disabilità non è meno degna di essere vissuta, che è una vita da vivere, una vita viva”. Mariella Meli, presidente dell’associazione Famiglie Disabili Lombarde e componente della Consulta della Disabilità del Comune, riassume così il senso della sfilata di “corpi non conformi che anche quest’anno costituirà il momento-iceberg del Disability Pride, giunto alla sua quarta edizione e promosso da Abbatti le Barriere Ets, Fondazione Mantovani Casttorina, Fondazione Idea Vita, Cologno Zero Barriere, Nessuno è Escluso, Associazione Paraplegici Lombardia, Alatha Onlus, Per i Diritti Umani, Tecnologicamente Insuperabili e, appunto, Famiglie Disabili Lombarde. Ieri la presentazione a Palazzo Marino.

La street parade, come detto, è in agenda il 14 giugno: appuntamento alle 17.30 in via Verdi per arrivare in piazza del Cannone. Nei giorni precedenti, però, è in programma tanto altro. Già questo sabato, il 7 giugno, dalle 11, alla Biblioteca Chiesa Rossa si partirà con i tavoli tematici dedicati alle barriere architettoniche, sensoriali e cognitive, alla vita indipendente e al caregiving, alle disabilità invisibili e alle neurodivergenze. Giovedì 12 giugno ecco il Laboratorio cartellonistica. Lunedì 16 la cena sociale in Cascina Torchiera.

“La disabilità è un tema della città, non solo del Welfare” ha sottolineato l’assessore comunale Lamberto Bertolé, titolare proprio della delega al Welfare, durante la presentazione del Disability Pride. Ma “Milano non è ancora una città accessibile – ha rimarcato Maurizio Attanasi, presidente di Cologno Zero Barriere e tra i relatori del tavolo tematico sulle barriere architettoniche –. Penso agli scivoli che mancano sui marciapiedi o alle gimkane obbligate tra dehors e monopattini e, soprattutto, agli ascensori troppo spesso e per troppo tempo fuori uso nelle stazioni della metropolitana o alle case popolari non attrezzate per le persone con disabilità”.

“Il Disability Pride – ha fatto presente Andrea Chaykin, di Abbatti le Barriere Ets – è un’iniziativa dal basso, organizzata dalle persone con disabilità per riprendersi gli spazi pubblici della città ed esercitare il diritto di manifestare politicamente in piazza, perché spesso le barriere architettoniche ci impediscono anche l’accesso all’esercizio della democrazia”. Meli si è focalizzata sul grande vuoto di diritti e tutele che circonda i caregiver famigliari, vale a dire coloro che si prendono cura 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, di figli o parenti con grave o gravissima disabilità. La solitudine nella quale spesso sono lasciati provoca “le morti bianche del welfare” ha evidenziato Meli. E, a proposito di solitudine, “il Disability Pride serve per far capire alla società che non si deve girare dall’altra parte” ha rimarcato Fortunato Nicoletti, vicepresidente di Nessuno è Escluso e della Consulta cittadina, prima di inviare un secondo messaggio, rivolto sia al mondo della disabilità sia a chi non ne fa parte: “Non parcelizziamo la disabilità, errore che noi stessi facciamo, ma concentriamoci sui grandi bisogni comuni, sui bisogni di fondo, quelli che ci uniscono e non solo sui bisogni specifici di questa o quella disabilità”. Infine un invito all’assessore Bertolè condiviso dai rappresentanti di tutte le associazioni presenti ieri a Palazzo Marino, ma non solo da loro: che la Consulta comunale sia davvero coinvolta e davvero valorizzata dalla Giunta “perché in essa ci sono persone competenti, persone che si occupano di disabilità nella loro quotidianità”.