MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Da Rozzano a Caivano. La visita alla città simbolo: "Opere pubbliche e legalità. Un esempio di rinascita"

La giunta rozzanese nella località campana che ha dato il nome al decreto anti- criminalità. Il sindaco Mattia Ferretti: "Ammirato dal loro sistema di videosorveglianza".

La giunta nella località campana che ha dato il nome al decreto anti criminalità. Il sindaco Mattia Ferretti: "Ammirato dal loro sistema di videosorveglianza".

La giunta nella località campana che ha dato il nome al decreto anti criminalità. Il sindaco Mattia Ferretti: "Ammirato dal loro sistema di videosorveglianza".

"Quando lo Stato vuole, vince". Sono le parole del sindaco di Rozzano, Mattia Ferretti, di ritorno da Caivano, dove è stato invitato per vedere lo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal cosiddetto Decreto Caivano e per raccogliere spunti utili da applicare anche nella sua città. "Siamo andati a Caivano perché è iniziata la realizzazione concreta dei progetti previsti dal decreto. Uno su tutti ci ha colpito particolarmente: quello della videosorveglianza, che stiamo sviluppando anche noi a Rozzano. La visita non si è limitata al comando della Polizia Locale, ma è stata un vero e proprio percorso istituzionale, durante il quale abbiamo girato il paese e incontrato diverse realtà". 

Com’è stato l’impatto all’arrivo a Caivano?

"L’impatto iniziale è quello di un paese del Sud come tanti altri. Poi però, parlando con padre Maurizio Patriciello, parroco a Caivano e con il commissario prefettizio, ci si rende conto della differenza profonda tra Caivano e Rozzano. Lì ci hanno raccontato di un territorio in cui, per anni, lo Stato è stato completamente assente. Un paese schiacciato dalla camorra, tra i più commissariati d’Italia. Oggi invece la situazione è cambiata radicalmente: lo Stato è tornato presente in maniera forte. È stata istituita una compagnia dei Carabinieri, la Polizia Locale è molto attiva, ed è stato realizzato un sistema di videosorveglianza che copre l’intero territorio, offrendo un supporto fondamentale alle forze dell’ordine".

Quale progetto l’ha colpita maggiormente?

"Sono state realizzate diverse infrastrutture. Abbiamo visitato il nuovo Polo Universitario e il centro sportivo: opere che rappresentano una scommessa vinta dallo Stato. Caivano era un paese completamente fuori controllo, oggi è tornato sotto il controllo delle istituzioni". 

Quali differenze l’hanno colpita di più tra la sua città e Caivano?

"Caivano e Rozzano sono due realtà profondamente diverse, per storia e per origine. Da una parte c’è un paese che ha sofferto una totale assenza dello Stato, oppresso dalla camorra e privo di infrastrutture. Dall’altra c’è Rozzano, una città che ha le infrastrutture, ma vive una situazione complessa legata all’elevatissimo numero di alloggi di edilizia popolare: oltre il 50% del patrimonio edilizio, un caso unico a livello europeo. Inoltre, più del 40% dei cittadini vive in condizioni di indigenza. Rozzano ha bisogno – e ha avuto bisogno – di un intervento forte da parte dello Stato per contrastare il degrado infrastrutturale del centro, in particolare nei palazzi Aler, una situazione ben nota, con radici molto diverse da quelle di Caivano".

Cosa si porta a casa da questa esperienza?

"La visita a Caivano è stata un’occasione di grande riflessione. Una giornata intensa, arricchente, soprattutto grazie al confronto con persone come padre Maurizio Patriciello e il commissario prefettizio. Le loro testimonianze raccontano una storia forte, di un territorio che ha vissuto il peggio e che oggi sta rinascendo. Quello che mi porto a casa è che, quando lo Stato vuole davvero intervenire, interviene. E quando lo fa con determinazione, vince. Vince su tutto".