PAOLA PIOPPI
Cronaca

Ragazza morta in uno scontro tra barche sul Lario. Il conducente del taxi boat era positivo alla cannabis: “Ho bevuto tè energizzante”

Sul registro degli indagati, è stati iscritto il conducente della seconda imbarcazione, un uomo di 44 anni di Ponte Lambro, dipendente di un’impresa di noleggio

La vittima Julina de Lannoy: olandese, aveva 32 anni

La vittima Julina de Lannoy: olandese, aveva 32 anni

Como, 4 agosto 2025 –  Il 12 luglio scorso, la vita di Julina de Lannoy, turista olandese di 32 anni in vacanza sul Lario, era stata spezzata improvvisamente in un incidente nautico, lo scontro tra l’imbarcazione in fase di attracco su cui si trovava assieme a cinque amiche, e un motoscafo a noleggio con conducente.

Nell’urto, avvenuto nel tratto davanti a viale Puecher a Como, la ragazza era stata sbalzata in acqua, sfiorando l’elica che le aveva reciso l’arteria femorale. I soccorsi, per quanto rapidi, non erano bastati a salvare la ragazza, morta poco dopo l’arrivo in pronto soccorso. Sul registro degli indagati, è stati iscritto il conducente della seconda imbarcazione, un uomo di 44 anni di Ponte Lambro, dipendente di un’impresa di noleggio barche. Ora, i primi esami tossicologici, sulla base degli accertamenti svolti nell’immediatezza, hanno dato esito positivo all’assunzione di stupefacenti, e in particolare cannabis, lo stesso tipo di sostanza trovato nella sua abitazione, in quantità minima, in occasione della successiva perquisizione disposta dalla Procura di Como, che procede per omicidio colposo.

Una circostanza smentita dai suoi difensori, gli avvocati Roberto Colombo e Lucia Nulli: “Conosciamo il nostro cliente da vent’anni – dicono – ci ha detto che quel giorno non aveva assunto sostanze, e noi gli crediamo. Se dagli esami è emersa una traccia di qualcosa, dobbiamo capire di cosa si tratta esattamente, e verificare una eventuale interferenza con l’assunzione di farmaci”. Attraverso i suoi legali, l’uomo sostiene infatti che quel giorno aveva consumato e portato con sé una bevanda acquistata on line, un tè “rivitalizzante”, con effetto energizzante. “Non sapeva – prosegue l’avvocato - se quello che lui consumava come energizzante potesse essere considerato in qualche modo sostanza stupefacente”.

Il conducente del taxi boat è stato comunque il primo a gettarsi in acqua dopo l’urto, e a occuparsi del soccorso della ragazza ferita, nei minuti in cui si attendeva l’arrivo del 118. Sull’esito dell’esame tossicologico, a fronte di questo primo risultato, ci si aspetta quindi ulteriori approfondimenti, anche dal punto di vista difensivo, essendo un aspetto fondamentale nell’inquadramento dell’accusa.