
La curva nord interista senza striscioni e bandiere dei gruppi
Milano – Un ritorno all’antico che più antico non si potrebbe. Devastata dall’inchiesta che ne ha portato in carcere i vertici e dalle rivelazioni che stanno uscendo dal processo sulle curve di San Siro, nonché imbrigliata dal giro di vite che sta impedendo l’esposizione di striscioni e coreografie, la Nord interista prova nuovamente a voltare pagina da un punto di vista organizzativo. Addio a ogni sigla “unitaria”: il nome Curva Nord Milano 1969, imposto dalla gestione Beretta-Ferdico, era già stato bandito perché collegato alle note vicende processuali che hanno smascherato giri d’affari in odore di ndrangheta e piani fratricidi senza scrupoli. Via l’enorme striscione, via le bandiere, via il merchandising venduto fuori e dentro la curva. Una decisione inevitabile presa dal nuovo direttivo per segnare una discontinuità col passato, pretesa non solo dalle forze dell’ordine ma anche dai frequentatori della curva stessa. Sparisce ora anche la sigla Secondo Anello Verde e ogni altro richiamo a un unico soggetto. Tradotto, i vari gruppi ultrà interisti che di fatto non si erano mai sciolti ma avevano rinunciato ad esporre i loro vessilli tornano ad essere completamente indipendenti pur in un’ottica di collaborazione, come annunciato sui canali digitali della curva. Che resteranno accesi ancora per poco. A breve verranno chiusi siti web e profili social: resterà la fanzine venduta allo stadio come unica voce degli ultrà interisti, oltre alla consueta riunione del giovedì. Che succederà ora? Attualmente, come già scritto, la curva è orfana di striscioni. Non possono entrare quelli dei gruppi storici come Boys e Viking e gli altri per solidarietà hanno deciso di non esporre i loro. Gli ultrà nerazzurri e buona parte del pubblico di San Siro si augurano che nella prossima stagione il secondo anello possa tornare a colorarsi.
