NICOLA PALMA
Cronaca

Lo Zio e il Berro: tutti gli scontri prima dell’omicidio. La boxe, il parcheggio e le divergenze sulla linea d’abbigliamento

La faida della Curva Nord: nelle carte sono elencati tutti i dissidi fra Vittorio Boiocchi, ucciso nell’ottobre 2022 e Andrea Beretta, arrestato insieme ad altre cinque persone per l’assassinio

Abbigliamento e gadget “firmati“ Curva Nord: un altro business per i capiultrà

Abbigliamento e gadget “firmati“ Curva Nord: un altro business per i capiultrà

Milano, 12 aprile 2025 – Non solo l’indotto nero della Curva. A incendiare lo scontro tra Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta sono stati, a detta del secondo, anche altri affari che lo Zio non vedeva di buon occhio. È lo stesso Berro a raccontarlo ai pm della Dda in uno degli interrogatori da collaboratore di giustizia: “Nasce una mal fiducia nella gestione dell’attività del negozio di Pioltello”, il riferimento alla miniera d’oro del merchandising “We are Milano” che alla fine agiterà pure i rapporti tra Beretta e Bellocco.

“Per cercare di fargli capire che era tutto a posto – prosegue l’ultrà-pentito – preparo tutta la documentazione di quest’attività, tra cui le fatturazioni di... della vendita del... i fatturati dell’abbigliamento, le varie bollette, i pagamenti degli affitti, internet, tutto ciò che riguarda l’attività, le varie sponsorizzazioni che avevamo, tutto quello che pagavamo per le coreografie, i vari teli, le vernici, i cartoncini, tutte le movimentazioni bancarie”.

Beretta consegna tutto alla commercialista di fiducia di Boiocchi. Alla festa della Nord, scatta la riappacificazione: “Ricominciamo da capo”.

Il caso pugilato

Tutto finito? No, perché parte “la seconda fase della discussione”, incentrata sull’argomento pugilato: “Noi praticamente seguivamo tutti i professionisti della Palestra Testudo che combattevano in giro per la Lombardia, li sostenevamo, li sponsorizzavamo, infatti sui pantaloncini abbiamo il simbolo nostro, sui calzettoni”.

Tra i boxeur ci sono anche nomi altisonanti, ma allo Zio non sta bene neppure quel business: “Ma che c. porti a fare i ragazzi a vedere ’sta roba del pugilato? – sbotta Boiocchi una sera –. Non c’entra un c. con noi, noi siamo ultrà, non c’importa niente del pugilato”.

Lo scontro sul parcheggio

E poi c’è la questione del posteggio di una discoteca a due passi dal Meazza: Beretta vuole prenderlo in gestione perché è convinto che quel locale diventerà “un ritrovo molto frequentato”, ma il socio lo mette in guardia da un presunto infame; quando il braccio destro gli risponde, lo Zio va su tutte le furie (“Non voglio avere più un c. a che fare con voi per quanto riguarda il parcheggio, andate avanti voi per i c. vostri!”).

Uno stillicidio che comprende pure una polemica su uno stemma troppo simile a quello della rosa dei venti già usato da un’altra griffe di abbigliamento e che necessiterà di un incontro chiarificatore in un bar di via Tesio. Boiocchi, a detta di Beretta, si presenta armato all’appuntamento: c’è bisogno di un mediatore che ha la fiducia di entrambi per provare a ricucire uno strappo ormai insanabile. È in quel frangente che si inserisce il presunto suggerimento di Mauro Nepi, che darà il via al piano killer.

“Grazie alla Polizia di Stato sono stati ricostruiti e accertati tutti i fatti di sangue commessi nell’ambito delle curve”, ha spiegato ieri il procuratore capo Marcello Viola. “È un fenomeno che aveva colpito la città di Milano con una ferita profonda – ha aggiunto il questore Bruno Megale –. La risposta data in termini giudiziari e amministrativi, però, va verso una sorta di pulizia di questi fenomeni criminali all’interno della curva”.