Milano – Circa un migliaia di manifestanti hanno sfilato sabato pomeriggio nel cuore di Milano per il corteo organizzato contro il ddl sicurezza, protesta indetta non solo nel capoluogo lombardo ma in tutte le principali città italiane.

“Zone rosse non ne vogliamo": è stato uno dei cori più scanditi mentre al cielo sventolavano tante bandiere della Palestina o vessilli rossi, e venivano srotolati striscioni contro la “svolta autoritaria” del governo Meloni.
Il lungo serpentone, formato dalla galassia dei centri sociali, da sindacalisti Fiom e Cgil, da militanti di Rifondazione e altre sigle comuniste, ma anche da semplici cittadini contrari alla politica dell’esecutivo in tema di sicurezza, è partito da piazza 24 maggio per dirigersi verso piazza Lodi.
Lungo il percorso sono state esplose rumorose bombe-carta e imbrattati con vernice spray molti muri. Parecchie le scritte in ricordo di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto per le ferite riportate in un incidente in moto dopo un serratissimo inseguimento con i carabinieri successivo al mancato rispetto di un posto di blocco.
Non sono mancati momenti di tensione quando la vetrina di una filiale di Mediobanca Premier in zona Porta Romana è stata bersagliata con un lancio di pietre. In via Santa Sofia, vicino alla sua abitazione, mirino degli insulti dei manifestanti è stato invece il giornalista Klaus Davi scortato di fatto dalla Digos per evitare contatti. Non si registrano al momenti feriti o fermi.