Milano, 23 ottobre 2024 – Non c’è pace, a Palazzo Marino, per i dipendenti del Comune di Milano legati in qualche modo alle indagini che la Procura di Milano sta svolgendo sulle pratiche edilizie degli interventi sparsi per la città. La corte dei Conti, infatti, sta notificando l'invito a fornire deduzioni a tre dipendenti del Comune di Milano, per un danno erariale di oltre 300mila euro in seguito agli esiti dell'indagine coordinata dalla Procura e condotta dalla Gdf sulle Park Towers di via Crescenzago. La magistratura contabile si sta muovendo in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm milanesi per lottizzazione abusiva, abuso edilizio e abuso d'ufficio a carico di sei persone, tra cui un dirigente, un responsabile e un tecnico dello Sportello unico dell'edilizia di Palazzo Marino.
Gli indagati
Per la costruzione dei tre edifici, alti rispettivamente 81, 59 e 10 metri, per 23, 16 e 3 piani, per un totale di 113 appartamenti, rischiano di finire a processo (dovrà decidere un gup) l'imprenditore e amministratore di Bluestone, Andrea Bezziccheri, l'architetto e progettista, i tre dipendenti Palazzo Marino e il rappresentante legale della società che ha eseguito i lavori.
Le inchieste
Dalle indagini, chiuse a fine gennaio, coordinate dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici e condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, è emerso che sarebbe stata una "operazione speculativa a favore dell'investitore privato". Anche in questa inchiesta, così come nelle altre simili con al centro palazzi e grattacieli della città, i pm ipotizzano violazioni di leggi urbanistiche e paesaggistiche, con nuove costruzioni fatte passare per ristrutturazioni e in assenza, quindi, dei piani attuativi necessari, di annessi servizi per i residenti delle aree interessate e con oneri di urbanizzazione pagati dai costruttori ma al ribasso.
A gennaio il gip Daniela Cardamone, pur rigettando la richiesta di sequestro preventivo delle Park Towers, rilevando la "sproporzione di tale rimedio giuridico in relazione allo stato troppo avanzato dei lavori (ormai quasi ultimati)", aveva riconosciuto "la piena fondatezza dell'impianto accusatorio e la sussistenza dei reati". Negli atti veniva sottolineato come la giurisprudenza di Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Cassazione "sia concorde e univoca" nel ritenere "la pianificazione urbanistica un obbligo imprescindibile della pubblica amministrazione, e un diritto della popolazione, e che pertanto costruzioni impattanti", per via dei nuovi carichi urbanistici che creano, come le torri di via Crescenzago, "non possono essere realizzate in assenza di un previo 'piano attuativo'" in modo che sia assicurato "il raccordo con l'edificato preesistente e il necessario ridimensionamento dei servizi nell'intera zona".
La valanga di inchieste
È la seconda richiesta di rinvio a giudizio, finora inoltrata all'ufficio gip, sul caso urbanistica, dopo quella dei mesi scorsi che aveva riguardato La Costruzione Della Torre Milano, un grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa.
Di recente la Procura, guidata da Marcello Viola, ha anche chiesto al Comune l'elenco di palazzi e progetti immobiliari, a partire dal 2020, con determinate caratteristiche: l'altezza superiore a 25 metri e quindi la necessità di un piano attuativo per la costruzione, le facciate vincolate dalle Belle Arti e le realizzazioni all'interno di cortili. Una delle strade che potrebbero essere percorse, nei vari procedimenti penali in corso (altre indagini stanno per essere chiuse) su questo tema, è anche quella della "giustizia riparativa", ossia di versamenti da parte dei costruttori di somme da investire sulle aree interessate.