Milano, 29 ottobre 2023 – Non è stato un assalto esterno ma un raid di studenti o ex allievi. E alcuni dei responsabili, tra cui un diciassettenne, sarebbero già stati identificati anche se al momento le indagini dei carabinieri sono in corso e non è stato preso alcun provvedimento. Caccia anche alla pistola, verosimilmente una scacciacani, non ancora trovata. Escluso anche ogni collegamento con le manifestazioni legate alla guerra in Medio Oriente.
Sono questi i punti fermi, mentre si cerca di dare un volto e un nome ai responsabili di un attacco in stile commando all’Ipsia Puecher di Rho, venerdì durante l’intervallo. Almeno in sette, forse anche di più, hanno fatto irruzione nel cortile della scuola, con i volti coperti da passamontagna o ben nascosti dai cappucci delle felpe, acceso fumogeni e fatto esplodere petardi. Poi sono entrati in un’aula del dipartimento di termoidraulica e hanno danneggiato arredi e computer. Un blitz durato quasi mezz’ora che ha causato grande spavento per studenti e professori fino all’arrivo dei carabinieri della compagnia di Rho, che hanno acquisito tutte le telecamere e che stanno ascoltando i testimoni.
«Lunedì mattina (domani, ndr) andrò dai carabinieri per formalizzare la querela e segnalare i nominativi dei ragazzi riconosciuti nei filmati – dichiara Emanuele Contu dirigente della scuola –. Quello che è successo è un fatto grave, ma l’aspetto che mi preoccupa di più è la mancata comprensione da parte di questi ragazzi della gravità di quello che hanno commesso. Non è stata una bravata, ma un reato per il quale si finisce davanti a un giudice". Violenti e spavaldi. Muti, le urla che si sentono nei video sono quelle degli studenti terrorizzati. Probabilmente in serata si sono anche vantati con gli amici per quel raid nell’istituto professionale. Ma non tutti si sono “nascosti“ abbastanza bene e qualcuno sarebbe già stato riconosciuto dalla scuola. All’indomani dell’assalto, il dirigente scolastico Emanuele Contu, mantiene la promessa fatta. "Abbiamo ragione di pensare che possa trattarsi di studenti o ex studenti della scuola. Segnaleremo con nome e cognome ai carabinieri l’identità di tutti coloro che riusciremo a riconoscere".
Le indagini dei carabinieri di Rho intanto sono in corso. Arrivare ai responsabili non sarà immediato: ogni volta che un testimone indica il nome di un presunto componente della banda viene aperto un fascicolo fotografico. E, sempre, ogni dichiarazione deve essere riconosciuta formalmente. Ogni dichiarazione, poi, dovrà essere verificata. I video del blitz registrati da alcuni studenti, condivisi nelle chat di classe, gli screenshot finiti sui social, raccontano la mattinata di terrore vissuta nella scuola di via Bersaglio e mostrano una banda di almeno sette-otto ragazzi. I carabinieri della compagnia di Rho stanno analizzando le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza della scuola e il video registrato da un professore addetto alla sorveglianza. La baby gang potrebbe avere le ore contate. Ha agito in silenzio, forse i responsabili temevano di essere identificati. Ma evidentemente non è bastato.
Erano le 11 di venerdì mattina. L’ora dell’intervallo nella scuola frequentata da quasi 500 studenti. Secondo quanto ricostruito la banda scavalca le recinzione sul lato di via Monfalcone e fa irruzione nell’istituto. Ragazzini ma vestiti come terroristi. Prima devastano l’aula di termica, distruggono arredi, pc e altre attrezzature. In cortile fanno esplodere petardi, accendono fumogeni. Uno di loro, forse il più grande, sicuramente il capo o la “mente“ indossava una tuta attillata total black, sneakers bianche e pistola in pugno, si allontana dal gruppo e corre in mezzo agli studenti. Entra nella scuola, corre, come se conoscesse tutti gli ambienti. "Mi sono accorto che avevano anche una pistola solo nel pomeriggio, guardando i video e credo che anche gli studenti in quel momento non si siano accorti dell’arma, erano spaventati dai botti dei petardi, dal caos creato – sottolinea il preside – non volevo omettere nella comunicazione fatta ai genitori sul sito della scuola il dettaglio della pistola, quando ho scritto non lo sapevo".
Nei corridoi fanno esplodere i petardi. Gli studenti si chiudono in classe. Osservano dalle finestre. Chiamano i genitori. La scuola telefona al 112, ma quando i carabinieri arrivano in via Bersaglio, la banda si è già allontanata. O forse nascosta nelle vicinanze, in attesa che torni la calma. Domani mattina Contu incontrerà anche i rappresentanti degli studenti, eletti pochi giorni fa, e in serata il Comitato genitori che si è appena costituito. "Quello che è successo è un fallimento per il mondo adulto, dobbiamo continuare a lavorare con i giovani e non solo il giorno dopo, ma quotidianamente".