
La metà dei visitatori sono “millennial“ in confidenza con i social e capaci di trascinare amici e familiari. Quasi il 40% pernotta in hotel 3 e 4 stelle, la media di spesa giornaliera supera i 104 euro a testa.
Un turismo lento. Ma ricco. Un movimento in crescita costante. Silente e altamente sostenibile. Continua, anno dopo anno, la risalita del cicloturismo italiano che, nel 2024, ha fatto registrare un boom sia in termini di presenze, stimate in 89 milioni (+54% sul 2023), che di impatto economico, arrivato a quasi 9,8 miliardi di euro. Il 44,6% dei cicloturisti, secondo l’ultimo dossier “Viaggiare con la bici 2025“, ama scoprire la ricchezza del patrimonio artistico e culturale, indicandola come "principale motivazione di scelta della destinazione dopo lo sport".
Una platea di appassionati che viaggia in famiglia o con amici, usa i social, attira e coinvolge con percorsi e ciclovie adatte ad escursioni con soste in musei, centri storici di borghi minori, con “tappe“ frequenti in imprese agroalimentari a caccia di esperienze enogastronomiche, spesso conciliate con altri sport come trekking e downhill. Un turismo di alto livello sociale ed economico, in rapidissima avanzata dal Nord Europa, e gli appassionati si regalano una permanenza che per quasi i due terzi del campione osservato oscilla (dati dal Forum del Cicloturismo 2023) tra le 7 e le 13 notti mentre un altro 15% soggiorna tra le due e le quattro settimane. Quasi il 40% pernotta in hotel 3 e 4 stelle e quasi un 20% opta per la formula bed and breakfast. Inoltre, per l’acquisto di beni e servizi un cicloturista in media spende 95 euro al giorno che diventano 104,5 per l’ospite che arriva dall’estero.
Il cicloturismo si conferma così una delle principali tendenze della nuova domanda turistica in Italia, rappresentando più del 10% del totale dei visitatori, di cui circa la metà sono “millennial“ cioè di età compresa tra 30 e 44 anni. "La crescita del cicloturismo nel nostro Paese è oramai costante e non dovrebbe più sorprendere – ha dichiarato di recente il presidente di Isnart (Istituto nazionale di Ricerche turistiche), Loretta Credaro –. Il fenomeno sta assumendo un crescente valore in termini di riorientamento dei flussi turistici verso borghi e aree interne, generando nuove occasioni di crescita economica, di lavoro ed anche di riqualificazione di tante strutture e beni dismessi che, grazie a questa nuova domanda, stanno riprendendo vita, dal Nord al Sud del Paese".