Cologno Monzese (Milano), 14 maggio 2024 – Sono tornati a incrociare le braccia i lavoratori di Siae Microelettronica e della controllata SM Optics. “Con una stringata comunicazione l’azienda ci ha fatto sapere che gli stipendi sarebbero stati erogati con un’ulteriore settimana di ritardo, in aggiunta ai dieci giorni già annunciati – raccontano dipendenti e Rsu -. Riteniamo grave e irrispettoso questo atteggiamento sia nei tempi che nelle modalità. Solo 24 ore prima eravamo davanti al ministero e in quella sede non è stata detta alcuna parola riguardo alle nostre spettanze”.
Lo sciopero e il mancato piano industriale
Per questo motivo, con somma urgenza è stato proclamato lo sciopero di oggi, martedì 14 maggio. Addetti e delegati della Fiom Cgil si sono ritrovati in assemblea davanti al cancelli di via Buonarroti, anche per fare il punto su una situazione che si fa sempre più grave. “Ancora oggi, dopo mesi, non abbiamo in mano il piano industriale, che non è stato nemmeno depositato al tavolo ministeriale – spiega Giorgio Pontarollo della Fiom Milano -. Hanno giusto presentato qualche slide, senza nenche condividerle. Forse domani, mercoledì 15 maggio, sarà pronto, ma questi annunci li abbiamo sentiti da novembre”.
In questa bozza di piano restano confermati gli esuberi: dai 140 dichiarati nei mesi scorsi si potrebbe arrivare a 120. Nessuna formalizzazione, invece, sul partner cinese che dovrebbe entrare nella compagine societaria. In questi giorni sale la preoccupazione su SM Optics. Fino a oggi era sempre stato assicurato il passaggio dei 120 addetti a un’azienda francese, che avrebbe acquisito la società con il pacchetto completo. Tuttavia, a oggi, l’acquisizione non è ancora completata e resta l’incognita sulla tenuta occupazionale.
Infatti, la compravendita tra Siae e il gruppo straniero si sta prolungando più del previsto: doveva essere concretizzata prima di Natale ed è ancora in corso. “Questo ultimo dato ci lascia veramente perplessi oltre che preoccupati – commenta Andrea Arosio, assessore alle Attività Produttive, presente al presidio -. Ancora non si è capito il perimetro di questa acquisizione che riguarda SM e, soprattutto, resta la spada di Damocle sulla delocalizzazione di tutto il comparto manifatturiero di Siae. La proprietà continua a spostare avanti la presentazione di questo piano industriale, è sempre evasiva e non mai dato risposte certe, neanche davanti al ministero”.
L’incontro fissato con Invitalia
In programma i vertici di Siae hanno anche un incontro con Invitalia, l’agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa: dalle casse statali potrebbero arrivare 30 milioni di euro, se l’azienda fosse in grado di investire la stessa cifra. “Anche un solo euro concesso alle imprese deve essere dato per tutelare innanzitutto il livello occupazionale.
Purtroppo siamo davanti a una proprietà che ritiene che i soldi pubblici siano soldi propri e non un patrimonio collettivo, da far ricadere sul territorio con politiche industriali e investimenti – conclude Pontarollo -. Questo è l’elemento centrale su cui si gioca la nostra vertenza”.