MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Cinque scontri a fuoco in due mesi. Ad aprile l’omicidio in via Varsavia: "Paura di essere colpiti per caso". Cosa succede a Milano

Gli altri feriti in viale Marche, via Sella Nuova e Cefalù. Ieri l’ennesimo

Milano, 8 giugno 2024 –  Colpi d’arma da fuoco nella notte tra il 25 e 26 aprile scorsi hanno ucciso il diciottenne rom bosniaco Jhonny Sulejmanovic in via Varsavia, a pochi metri dall’Ortomercato. Spari che in città non sono un caso isolato: il 9 aprile un uomo di 40 anni era stato raggiunto da proiettili in viale Marche, nel tratto vicino piazzale Maciachini. Lo stesso giorno, un ventisettenne marocchino era stato soccorso in via Sella Nuova, zona Baggio, per una ferita d’arma da fuoco alla gamba. Meno di un mese dopo, la sera del 6 maggio, due donne, madre e figlia di origine sinti, sono state raggiunte di striscio da due proiettili in via privata Cefalù, in zona Cimitero Maggiore. Con l’agguato di ieri mattina al Lorenteggio, sono cinque episodi nell’arco di due mesi.

Aggressioni che ogni volta si sono rivelate come delle “spedizioni punitive“, con le vittime che sempre erano bersagli voluti e non casuali. Ma ogni volta, nei quartieri, si alimenta la paura degli abitanti. Perché, è il ritornello, "è intollerabile. Gli spari potrebbero colpire chiunque".

Cinque scontri a fuoco in due mesi. Ad aprile l’omicidio in via Varsavia: "Paura di essere colpiti per caso"
Cinque scontri a fuoco in due mesi. Ad aprile l’omicidio in via Varsavia: "Paura di essere colpiti per caso"

L’omicidio di via Varsavia ha scosso la zona e la città. Sulejmanovic è stato aggredito da un commando di quattro uomini, arrivati intorno alle 3 del 26 aprile a bordo di una macchina e scesi per assaltare il furgone grigio Fiat Ducato a bordo del quale il diciottenne dormiva insieme alla moglie. I due sono stati verosimilmente sorpresi nel sonno e svegliati da colpi di bastone sui vetri, che hanno mandato in frantumi tutti i finestrini. Poi l’uomo è stato trascinato fuori. Almeno sei i colpi esplosi, stando ai bossoli calibro 7.65 poi ritrovati dalla Scientifica. Due sono andati a segno al torace sinistro. E non ha avuto scampo.

Il pomeriggio del 9 aprile, vittima di un agguato in viale Marche era stato Antonio Abbruzzese, sinti originario di Torre Annunziata, ferito a entrambe le gambe e accompagnato poi all’ospedale Niguarda in codice giallo. Contro il quarantenne sono stati esplosi quattro colpi di revolver. Nei giorni successivi sono comparsi video e post su TikTok con tanto di nome e cognome. Un profilo probabilmente creato ad hoc per incolpare quella persona della sparatoria.

Sempre il 9 aprile, qualche ora prima, in via Sella Nuova, in zona Baggio, era stato soccorso un marocchino di 27 anni che ha poi ha spiegato di essere stato rapinato del telefono a Vigevano da due sconosciuti che gli avrebbero sparato. A quel punto, sempre secondo il suo racconto, sarebbe stato caricato su una Volkswagen nera con cui sarebbe stato portato in via Sella Nuova. Aveva una ferita d’arma da fuoco alla gamba ed è stato accompagnato all’ospedale Fatebenefratelli, dove è stato operato alla tibia. Lo scorso 6 maggio è invece toccato a due donne, madre e figlia, ferite a colpi di arma da fuoco poco dopo le 19 in via privata Cefalù, in zona Cimitero Maggiore. Le due, una cinquantaseienne e una sedicenne, entrambe di origine sinti, sono state ferite rispettivamente a una gamba e a un gluteo, per fortuna in maniera non grave; la madre è stata trasportata in codice giallo al Niguarda, la figlia in verde al San Carlo. Tutto sarebbe avvenuto in ambito familiare: a sparare alle due donne, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, potrebbe essere stato un parente per motivi ancora sconosciuti.