Milano, 4 giugno 2023 – Anche la giovane ragazza italoinglese che lavorava all'Armani Bamboo con Alessandro Impagnatiello, e che per circa un anno ha avuto una relazione con il barman diventato assassino, ha fornito agli investigatori la sua versione di una storia tormentata e dell'incontro con la donna che verrà uccisa, Giulia Tramontano. "Ci siamo conosciuti a giugno e poi abbiamo iniziato a frequentarci. Dalla nostra relazione io sono rimasta incinta verso il mese di dicembre 2022 e non volendo portare avanti la gravidanza, di comune accordo con Alessandro ho fatto l'interruzione a febbraio di quest'anno. Io all'inizio sapevo che aveva una ragazza ma poi lui mi disse che si erano lasciati. Io sono rimasta incinta nel periodo in cui lui mi aveva detto che si erano lasciati".
Solidarietà tra donne
La collega di lavoro di Alessandro racconta poi di aver scoperto la relazione dal cellulare e dall'Ipad di lui, ne aveva scoperto le password… Poi l'incontro fra le due quando ormai tutto è chiaro: la doppia relazione, il castello di bugie. "Prima ci siamo messaggiate per un'ora poi ci siamo viste all'Armani e l'incontro è stato davvero cordiale lei mi ha abbracciata e mi espresso tutta la sua solidarietà. Così ci siamo abbracciate di nuovo".
La “vendetta” di Giulia
“Prima di andare via mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto suo figlio nascere, che a lei interessava solo suo figlio e la salute di suo figlio. Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare con Alessandro e per lasciarlo. Io le ho anche proposto che se ne avesse avuto bisogno poteva venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi ringraziandomi. È andata via intorno alle 18.45. Io le avevo scritto su Whatsapp di tenermi aggiornata alle 18.45, ma non mi ha risposto. Alle 20.29 le ho riscritto chiedendole se fosse tutto ok e alle 20.31 ha iniziato a scrivere dei messaggi strani, completamente diversi dal tenore della nostra conversazione".
I guanti nello zaino: una foto incastra Alessandro
Ma facciamo un passo indietro. C’è un passaggio chiave nella ricostruzione dell’italoinglese che mette la donna in guardia. “Sempre domenica – racconta ancora la donna – mentre mi trovavo all’Armani Bamboo, erano circa le 16.52, quando Impagnatiello è uscito dal lavoro. Io ho notato una cosa strana: dal suo zaino spuntavano dei guanti in lattice azzurri che aveva preso dal lavoro per portarli via. Insospettita dalla cosa, ho scattato una foto per tenerla con me. Questa foto adesso serve come prova”
“Ho avuto paura e non l’ho fatto entrare in casa”
Dal pomeriggio alla notte. Nella ricostruzione l’altra donna di Impagnatiello ricostruisce le drammatiche ore precedenti e successive alla morte di Giulia. “Sono rimasta al lavoro al bar fino alle ore 1.30 di domenica 28 maggio. Dall'ultimo messaggio che ho inviato a Giulia, in cui non ho avuto risposta ho iniziato a scrivere ad Alessandro chiedendo dove fosse Giulia, lui invece non mi rispondeva e voleva vedermi perché voleva parlarmi da solo senza di lei per mettere a punto questa vicenda da solo con me. Le sue richieste erano talmente pressanti, io sono riuscita a salire in casa prima che lui mi vedesse, poi ha cominciato a citofonare ma io avevo paura e gli ho parlato dalle sbarre. Lui – conclude l’italoinglese – insisteva perché io lo facessi entrare, ma non volevo perché avevo paura di lui, non sapevo che fine avesse fatto Giulia e non sapevo di cosa sarebbe stato capace e fino a dove si sarebbe potuto spingere”.