"Giulia mi hai fatto esplodere il cuore", gli sms di Impagnatiello alla compagna morta per costruirsi un alibi

Senago, dubbi degli investigatori sui tagli su un braccio della donna: forse il killer li ha fatti dopo averla uccisa

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano in una foto pubblicata dalla trasmissione tv Quarto Grado

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano in una foto pubblicata dalla trasmissione tv Quarto Grado

Ha mentito fino alla fine. Ha provato a costruirsi un alibi nel modo più grottesco e crudele possibile, continuando a scrivere a un cellulare che lui stesso ha fatto sparire dopo l’omicidio. I carabinieri non lo hanno ancora trovato, probabilmente sarà necessario l’intervento dei vigili del fuoco per recuperarlo nel tombino di un parcheggio della Comasina dove Alessandro Impagnatiello ha dichiarato di averlo buttato dopo il delitto.

Le chat di Whatsapp tra il barman trentenne e la compagna Giulia Tramontano, finite agli atti dell’inchiesta dei militari del Nucleo investigativo di via Moscova, sono lì a dimostrare che il killer reo confesso ha inviato messaggi allo smartphone della compagna fino a poche ore prima di crollare davanti al pm Alessia Menegazzo e confessare l’assassinio a coltellate. I primi sms risalgono alle 7.50 di domenica scorsa: Giulia è morta da almeno undici ore, il suo corpo è nel box. Lui le scrive: "Hey, io sono arrivato al lavoro, ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e attacco!".

Il giorno dopo, a denuncia di scomparsa già presentata, ricomincia alle 19.04: "Mi hai fatto esplodere il cuore. Non volevo spezzare il tuo invece. Non volevo che non ti brillassero più gli occhi quando stavamo insieme". E arriviamo a mercoledì. Alle 7.42, Impagnatiello scrive: "Tata, ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così. Mia mamma piange, mio fratello e L. ( il compagno della madre, ndr ) pure. Ti prego, fallo per Marco (nome di fantasia del figlio avuto da un’altra donna, ndr )! Lo sai quanto è legato a te. Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico".

Diciassette ore dopo, inchiodato dalle tracce di sangue evidenziate dal Luminol sulle scale condominiali e sul pianerottolo, decide di parlare: "Lo ammetto, ho ucciso io Giulia". Nel corso dell’interrogatorio che ha preceduto il fermo, il barman ha dichiarato che la compagna si sarebbe autoinferta alcuni fendenti alle braccia e al collo e che poi lui l’avrebbe uccisa "per non farla soffrire".

Davanti al gip, ha corretto il tiro: Giulia si sarebbe ferita involontariamente tagliando i pomodori. Entrambe le versioni sono ritenute poco credibili. Sul cadavere, che aveva le gambe parzialmente avvolte in sacchetti di plastica e il busto coperto con un altro involucro con nastro adesivo, il medico legale ha rivelato tre squarci tra gola e torace, bruciature sul petto e alcuni tagli sul braccio sinistro della ventinovenne. Servirà l’autopsia per avere un’idea precisa, ma il sospetto di chi sta indagando è che Impagnatiello possa aver inferto quei colpi dopo la morte della compagna per simulare un gesto di autolesionismo o per un tentativo soltanto abbozzato di depezzare il corpo.

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