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Chailly resta fino al 2026: "Ho ancora tanti progetti"

Arriva alla Scala con il sorriso sulle labbra e tanta voglia di fare Riccardo Chailly, il direttore musicale del teatro...

La messa in scena del capolavoro di Brecht alla Scala (foto Brescia e Amisano)

La messa in scena del capolavoro di Brecht alla Scala (foto Brescia e Amisano)

Arriva alla Scala con il sorriso sulle labbra e tanta voglia di fare Riccardo Chailly, il direttore musicale del teatro che dal 14 maggio tornerà sul podio con un trittico di Kurt Weill dopo un periodo di riposo per un risolto problema di salute. Torna anche fresco di un prolungamento di un anno del suo contratto che era in scadenza a fine 2025. "Lo vedo come un prosieguo di questi quasi dieci anni - ha spiegato -, un proseguimento naturale" del lavoro. E il trittico che unisce Die sieben Todsünde, Mahagonny Songspiel e The Song of Happy End ne è una conferma.

Per la prima volta in una sola sera alla Scala “Die sieben Todsünden”, “Mahagonny Songspiel” e “The Songs of Happy End” di Bertolt Brecht musica di Kurt Weill. Una produzione che richiama una tradizione milanese tra Scala e Piccolo ma parla anche di disuguaglianze e sfruttamento come oggi. Nel 2021, mentre tutti i teatri erano chiusi, la Scala produsse un dittico di lavori di Kurt Weill destinato a Rai Cultura e andarono in scena nella sala vuota diretti da Chailly, con la regia di Irina Brook: critica sociale, contaminazione tra generi e allestimento innovativo con materiali riciclati.

Dal 14 al 30 maggio il dittico torna in scena incontrando il pubblico e si arricchisce di un terzo elemento: i songs da Happy End. Trittico inedito che riunisce tre momenti della breve collaborazione tra Weill e Brecht. "È stato il primo progetto con Irina – racconta Chailly –, concepito in maniera teutonica. In quell’occasione, dopo averlo visto trasmesso in Rai ho proposto alla regista in trittico. Weill è una vittima, riesce a scappare dalla Germania nazista con la moglie, si rifugia a Parigi per poi trasferirsi a New York dove scriverà musical spesso criticati. Il suo teatro vive di una reputazione ingiustamente negativa. Era impossibile classificarlo come Gerswhin, due giganti incompresi".

Brook continua: "Ho unito idealmente le tre pagine in un unico progetto drammaturgico su un mondo portato allo stremo da sfruttamento e avidità. Una società in cui è facile riconoscere l’attualità segnata dall’aumento delle disuguaglianze. C’è un po’ di speranza con la canzone Youkali, dedicata a un’isola dove ogni desiderio si realizza".

Grazia Lissi