GIULIANA LORENZO
Cronaca

Viaggio nel Centro Pavesi, la fucina di talenti ideata da Velasco in cui sono cresciuti sette ori

Milano,tanti i talenti che sono passati dalla polisportiva di via De Lemene: da Egonu fino a Orro. L’alzatrice sarda: “Chiamavo mamma tutti i giorni in lacrime”

Paola Egonu e Alessia Orro, due delle giocatrici della nazionale italiana di volley che ha conquistato l'oro alle Olimpiadi di Parigi: entrambe sono cresciute al centro Pavesi

Paola Egonu e Alessia Orro, due delle giocatrici della nazionale italiana di volley che ha conquistato l'oro alle Olimpiadi di Parigi: entrambe sono cresciute al centro Pavesi

MILANO – Julio Velasco, oltre ad aver conquistato la prima medaglia della storia del volley femminile ai Giochi Olimpici, ha un altro grande merito. È stata sua l’intuizione di valorizzare i giovani attraverso un progetto chiamato Club Italia. Un’idea che dal 2008 è di casa al Centro Federale Pavesi (in via Francesco De Lemene 3). Nel 1999 il tecnico argentino, che non a caso ha iniziato il suo corso verso Parigi, firmando il contratto proprio al “Pavesi“, plasmò una iniziativa che dura ancora adesso.

Per ogni stagione vengono selezionati i migliori talenti femminili di tutta Italia, tesserati con la formazione, la cui categoria di appartenenza viene stabilita di anno in anno in base al valore della rosa. Il progetto federale, che dura ancora oggi, ha visto crescere talenti come Elia Togut o alcune delle ragazze d’oro di Parigi. Hanno mosso i primi passi nella compagine italiana e quindi al “Pavesi“ - dal 2012 in poi - Alessia Orro, Paola Egonu, Anna Danesi, Loveth Omoruyi, Marina Lubian, Sarah Fahr e Ilaria Spirito.

Nel 2016 Orro, parlando della sua avventura, diceva: “Sono andata via da casa a 14 anni, il primo anno a Milano è stato il più duro, chiamavo mia mamma piangendo per ogni cosa; poi, pian piano, mi sono abituata”. Già all’epoca si diceva che Egonu avesse una elevazione superiore alle altre, sfidando così le doti della giovane alzatrice in erba: “Lei è l’unica della squadra – sorride la Orro – per cui devo alzare le traiettorie perché salta davvero tanto”.

Oggi il Centro Pavesi “costituisce un esempio da seguire – spiega il numero uno di Coni Lombardia, Marco Riva –. La Federazione, più di 10 anni fa, ha deciso di investire in un Centro Federale e nel Club Italia avendo una visione che ha portato, a ottenere risultati straordinari a livello giovanile e anche a livello di Nazionale maggiore fino ad arrivare a questo bellissimo oro olimpico. All’interno del Centro Pavesi c’è una foresteria dove le ragazze possono stare e di cui, ora, ci sarà un ampliamento. Tempo fa anche la Federazione di Arrampicata Sportiva chiese di poter far allenare e stare i propri atleti. Come Coni Lombardia, mi ero mosso in prima persona per fare da tramite tra i due presidenti federali che avevano trovato un accordo per poter concedere lo spazio anche alla Fasi”.

Le ragazze, infatti, come accade spesso nei centri federali, non solo condividono la palestra ma anche momenti di vita quotidiana.

Tante delle azzurre si conoscono sportivamente da anni e sono letteralmente cresciute insieme.

Il “Pavesi“ ha avuto anche un ruolo strategico durante lo scoppio della guerra in Ucraina, quando - su iniziativa dell’ex giocatrice Consuelo Mangifesta, della Federazione e della Lega Femminile Pallavolo Serie A - ospitò alcune pallavoliste ucraine in fuga dal proprio Paese.

L’impianto, a partire dal 2008, è stato concesso in diritto di superficie dal Comune di Milano al Comitato Regionale della Lombardia della Federazione Italiana Pallavolo. È dotato di un Palazzetto dello Sport da mille posti, un campo da calcio omologato per la seconda categoria, una palestra polifunzionale, un centro fitness di 180 metri quadrati, due campi di beach volley coperti e due all’aperto, tre campi da tennis in terra rossa, due campi da calcio a 5 o tennis. A differenza di quanto avviene per altre strutture d’élite, i vari campi sono prenotabili dai comuni cittadini.