REDAZIONE MILANO

Spaccio di droga. Assolto l’amico di Ramy Elgaml

Fares Bouzidi, il ventiduenne alla guida dello scooter inseguito dai carabinieri su cui ha trovato la morte Ramy Elgaml...

Fares Bouzidi, il ventiduenne alla guida dello scooter inseguito dai carabinieri su cui ha trovato la morte Ramy Elgaml...

Fares Bouzidi, il ventiduenne alla guida dello scooter inseguito dai carabinieri su cui ha trovato la morte Ramy Elgaml...

Fares Bouzidi, il ventiduenne alla guida dello scooter inseguito dai carabinieri su cui ha trovato la morte Ramy Elgaml (nella foto), è stato assolto dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di pochi grammi di hashish. A deciderlo è stata la giudice Teresa Ferrari da Passano con la formula perché il fatto non costituisce reato, non essendo stata raggiunta la prova della cessione. Una sentenza per il giovane tunisino, condannato in abbreviato a 4 mesi per un’altra vicenda di droga, che arriva alla vigilia del processo sempre in abbreviato, che si aprirà oggi davanti al gip di Milano Fabrizio Filice, a suo carico per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per il lungo inseguimento avvenuto la notte del 27 novembre conclusosi con l’incidente mortale all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, in zona Corvetto che portò alla morte di Ramy. Per questo processo, i sei militari che erano a bordo di tre diverse auto di servizio nella notte dell’incidente sono indicati come "persone offese", e alcuni di loro stanno valutando la possibilità di costituirsi parte civile.

Intanto, la Procura di Milano, coi pm Giancarla Serafini e Marco Cirigliano, nei prossimi giorni dovrebbe anche definire le indagini nel filone sull’accusa di omicidio stradale, dopo che il consulente degli stessi pm, l’ingegnere Domenico Romaniello, in 164 pagine ha valutato, in sostanza, come corretto il comportamento del carabiniere alla guida dell’ultima macchina inseguitrice e ha attribuito tutta la responsabilità dell’incidente al 22enne amico di Ramy. Da definire anche la tranche di inchiesta che vede gli altri carabinieri indagati per depistaggio e frode processuale e favoreggiamento, perché due, in particolare, avrebbero intimato di cancellare un video che un testimone aveva realizzato col telefono.