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Il prossimo sindaco di Milano? Per Calenda potrebbe essere Carlo Cottarelli, il sobrio economista dell’equilibrio

La proposta del leader di Azione in vista delle lontanissime elezioni comunali: “È un moderato, un uomo che è stato anche nel Partito democratico e che ha conoscenza sia dal punto di vista gestionale che manageriale”

Il prossimo sindaco di Milano? Per Calenda potrebbe essere Carlo Cottarelli, il sobrio economista dell’equilibrio

Milano – Mancano due anni alle prossime elezioni per esprimere il sindaco di Milano, ma sono già tanti i nomi che sono stati apparecchiati dalle diverse forze politiche. L’ultima proposta arriva dal centrista Carlo Calenda, segretario di Azione, e mette in campo un nome conosciuto e – questo si può dire senza sbilanciarsi – generalmente molto rispettato: quello dell’economista ed ex senatore Carlo Cottarelli.

L’economista Carlo Cottarelli, direttore Osservatorio conti pubblici italiani
L’economista Carlo Cottarelli, direttore Osservatorio conti pubblici italiani

A margine di un incontro all’Università Cattolica di Milano, Calenda ha detto che Cottarelli sarebbe “perfetto” per raccogliere l’eredità di Giuseppe Sala. “È un moderato, un uomo che è stato anche nel Partito democratico e che ha conoscenza sia dal punto di vista gestionale che manageriale. Se la coalizione non fa questo si troverà di fronte un candidato civico moderato di centrodestra che vincerà”.

Il momento non è casuale: questa sera Cottarelli parteciperà a una cena di Azione. Potrebbe essere l’occasione per lanciare la candidatura? Alla domanda posta da un giornalista Calenda ha risposto: “No è solamente una cena con Cottarelli, tra l’altro non so se lui abbia voglia di essere candidato. Secondo me non è insensibile alla questione, mancano tanti mesi, quindi questo è il lavoro che va fatto adesso. Il 23 ritornerò a Milano per fare un’iniziativa col Circolo Matteotti sulla questione del lavoro impostandola in modo un po’ più riformista quindi insomma c’è del fermento”.

Chi è Carlo Cottarelli

Carlo Cottarelli, classe 1954, cremonese di nascita, è uno di quegli economisti che riesce a essere serio senza essere noioso. Una caratteristica non da poco, considerando che la sua carriera è costellata di momenti in cui ha dovuto spiegare a governi e istituzioni perché le loro finanze pubbliche non andavano proprio benissimo.

Considerato politicamente un indipendente di centro – benché ex senatore dem – il suo percorso è piuttosto classico: laurea in Economia e Banca a Siena, master alla London School of Economics, poi la gavetta alla Banca d’Italia prima di approdare al Fondo monetario internazionale. Lì ha lavorato per vent’anni, passando attraverso diversi dipartimenti, guadagnandosi sul campo il soprannome di “Mister Forbici” per la sua reputazione di oppositore della spesa pubblica eccessiva.

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Il momento forse più surreale della sua carriera arriva nel 2018, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo chiama per formare un governo tecnico. È una di quelle situazioni non troppo insolite in Italia: l’economista chiamato a salvare il paese dalla crisi politica. Cottarelli accetta l’incarico con la serietà di chi sa che probabilmente durerà pochissimo. E infatti dopo qualche giorno nascerà il primo governo Conte.

Oggi dirige l’Osservatorio dei conti pubblici italiani all’Università Cattolica di Milano e insegna alla Bocconi. È diventato una presenza fissa nei dibattiti televisivi, dove riesce nell’impresa di rendere comprensibili concetti economici complessi senza perdere di vista la sostanza. Ha anche scritto diversi libri. Cottarelli rappresenta una figura particolare nel panorama italiano: l’economista pragmatico che spesso ha detto cose scomode, ma che sa anche che la politica economica è fatta di compromessi e di tempi lunghi.