SIMONA BALLATORE
Cronaca

Come sta la democrazia nel mondo? La Bocconi lancia il suo osservatorio. “Le università hanno un ruolo cruciale in questo scenario”

Durante l’inaugurazione dell’anno accademico il rettore Francesco Billari: “Uno strumento indipendente, rigoroso, che raccoglie dati e segnali sulla qualità democratica in Italia e in Europa”

Andrea Sironi con Nadia Calviño, presidente della Bei e il rettore Francesco Billari

Andrea Sironi con Nadia Calviño, presidente della Bei e il rettore Francesco Billari

Milano – “Oggi difendere la democrazia non significa solo proteggerla da attacchi esterni, ma anche osservarne con attenzione lo stato di salute”: Francesco Billari, rettore dell’università Bocconi, ha aperto ieri l’anno accademico mettendo al centro questa sfida e la ricerca. Una scelta. “Time to Make Choices. Think Responsibly, Act with Vision“ è il titolo della cerimonia. Tra i progetti in campo, “Monitoring Democracy“, promosso dal Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’università di via Sarfatti. Una sorta di “termometro“ della democrazia, fondato su basi scientifiche. “È uno strumento indipendente, rigoroso, che raccoglie dati, indicatori e segnali per monitorare in modo continuativo la qualità democratica in Italia e in Europa”, spiega il rettore, in un contesto geopolitico dove anche la libertà accademica è messa in discussione.

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“Dal monitoraggio emergono alcuni segnali – sottolinea –: cresce la percezione di inefficacia della politica, cala la fiducia nelle istituzioni. La fiducia degli italiani è riposta nella famiglia e nella scienza, forse un po’ sorprendentemente pensando all’era dell’uno vale uno e dei no vax”. Leggendo i dati italiani, la quota di persone che ritiene che “un leader forte possa governare meglio senza preoccuparsi troppo del Parlamento o delle elezioni” è però in aumento. “Monitorare tutto questo è essenziale, non per alimentare l’allarme, ma per mantenere viva la capacità di scegliere: informati, consapevoli, liberi”, ribadisce Billari.

In questo scenario le università hanno un ruolo cruciale. E possono costruire ponti. Vanno in questa direzione anche le borse di studio per giovani rifugiati e studenti ad alto potenziale provenienti da contesti svantaggiati o da paesi con instabilità politica, in particolare dell’Africa sub-sahariana. “Da questo anno accademico mettiamo a disposizione anche cinque borse di studio per i giovani rifugiati del progetto Unicore, University Corridors for Refugees di Unhcr, di cui siamo parte dal 2021, con l’obiettivo nei prossimi anni di arrivare a 10”, prosegue.

Al centro del piano strategico c’è la ricerca “per rispondere con tempestività e profondità alle grandi sfide collettive”. Tra i progetti già operativi, c’è Heal – Health Emergencies Analytics Lab, diretto da Alessia Melegaro (del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche), che era nato come Covid Crisis Lab per poi evolversi sulla scorta delle nuove emergenze. Perché “viviamo in un’epoca di permaemergenza”, ha sottolineato Billari.

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Ospitato dal Centro Dondena e finanziato dalla Fondazione Invernizzi, Heal ha dato vita a un laboratorio multidisciplinare che coinvolge tutti i dipartimenti dell’ateneo attorno a tre assi di ricerca: minacce sanitarie emergenti, salute comportamentale, strategie sanitarie globali, dalla prevenzione alla preparazione e risposta alle crisi sanitarie. “L’obiettivo è fornire evidenze solide e tempestive per orientare le politiche pubbliche, contribuendo a costruire società più resilienti e consapevoli”, spiega ancora il rettore.

E nell’era dell’intelligenza artificiale, l’impegno è fare in modo che anch’essa sia accessibile, democraticamente. "Occorre creare valore evidenziando la complementarità tra la tradizione nelle scienze sociali e l’innovazione dei nuovi strumenti e tecnologie. Lo facciamo con il nuovo AI Lab in SDA, guidato da Riccardo Zecchina. E nel corso di quest’anno, abbiamo siglato un accordo con OpenAI, diventando la prima università italiana a offrire strumenti di intelligenza artificiale specializzati all’intera comunità accademica, e una delle prime in Europa a farlo con accesso equo alle tecnologie più avanzate”. Le prime aree di collaborazione includono “la simulazione con agenti intelligenti basati su teorie economiche e manageriali; la misurazione di concetti astratti da dati non strutturati come testi e video; la creazione di assistenti intelligenti per personalizzare l’esperienza educativa”.