GIULIO MOLA
Cronaca

Egonu, Orro e le altre: viaggio nel Centro Federale Pavesi di Milano, dove nascono i talenti azzurri del volley

Qui sono cresciute, tra le altre, Egonu e Orro, appena laureatesi campionesse del mondo a Bangkok. Con Paola e Alessia anche la capitana Danesi, Fahr e Nervini. Felicissima fu l’intuizione del ct Julio Velasco di valorizzare i giovani creando Club Italia

La gioia della nazionale italiana di volley dopo la vittoria nel Mondiale di Bangkok

La gioia della nazionale italiana di volley dopo la vittoria nel Mondiale di Bangkok

Milano – Benvenuti al Centro Pavesi di Milano, la Coverciano della pallavolo femminile. È qui, in via Francesco De Lemene al civico 3, che sorge la fabbrica dei talenti del volley. È qui che spuntano le radici dell’oro del volley femminile olimpico atteso una vita (Parigi 2024) e del Mondiale appena vinto a Bangkok. Nella periferia nordovest di Milano si sono formate le big azzurre, da Paola Egonu ad Alessia Orro: sette di loro erano ai Giochi, cinque giocatrici su sette facevano parte della formazione titolare campione del mondo (con Egonu e Orru anche la capitana Anna Danesi, e poi Sarah Fahr e Steila Nervini). Non solo: proprio qui, al Centro Federale Pavesi, il ct Julio Velasco ha firmato il contratto che lo lega alla Nazionale femminile di pallavolo per poi essere presentato nella stessa “location“ il 21 novembre 2023.

Al commissario tecnico argentino va dato il grande merito di aver creato questo “gioiello“, perché sua fu l’intuizione di valorizzare i giovani attraverso un progetto chiamato Club Italia, nato nel 1998 per selezionare e formare i giovani e più promettenti pallavolisti italiani, ispirandosi a modelli organizzativi di successo di altre nazionali.

E dal 2008 proprio la formazione del Club Italia è di casa al Centro Federale Pavesi. Per ogni stagione vengono selezionati i talenti femminili di tutta Italia e tesserati con la formazione. Grazie al progetto federale hanno mosso i primi passi verso prestigiosi palcoscenici tante atlete: dal 2012 in poi non vanno dimenticate anche Loveth Omoruyi (anche lei campionessa del mondo), Marina Lubian e Ilaria Spirito. Nel 2016 l’allora 18enne Orro, parlando della sua avventura, diceva: “Sono andata via da casa a 14 anni, il primo anno a Milano è stato il più duro, chiamavo mia mamma piangendo per ogni cosa; poi, pian piano, mi sono abituata”. Non solo. Chi frequentava il Centro Pavesi sostiene che già all’epoca Egonu avesse una elevazione superiore alle altre, sfidando così le doti della giovane alzatrice in erba.

L’impianto, concesso in diritto di superficie dal Comune di Milano al Comitato Regionale della Lombardia della Federazione Italiana Pallavolo, è dotato di un Palazzetto dello Sport da mille posti, un campo da calcio omologato per la seconda categoria, una palestra polifunzionale, un centro fitness di 180 metri quadrati, due campi di beach volley coperti e due all’aperto, tre campi da tennis in terra rossa, due campi da calcio a 5 o tennis. Oggi il Centro Pavesi “costituisce un esempio da seguire – dice con un pizzico di orgoglio Marco Riva, confermatissimo presidente di Coni Lombardia –. La Federazione ha deciso di investire in un Centro Federale e nel Club Italia avendo una visione che ha portato a ottenere risultati straordinari a livello giovanile e adesso anche a livello di Nazionale maggiore. Dopo l’oro olimpico, la vittoria delle nostre ragazze al Mondiale è un’emozione immensa e un orgoglio per tutta l’Italia. Un successo che porta con sé tanta Lombardia: dalla capitana Anna Danesi, simbolo di talento e leadership, al nostro Centro Pavesi di Milano, che è diventato negli anni grazie ad un lavoro costante nel tempo un vero laboratorio di crescita, inclusione e sogni realizzati, espressione di visione ed eccellenza. Questa è la dimostrazione che investire sui giovani, sui centri di eccellenza e sulla rete dei territori significa costruire pagine indimenticabili di sport e di vita”.

All’interno del Centro Pavesi (che ha avuto anche un ruolo strategico durante lo scoppio della guerra in Ucraina, quando - su iniziativa dell’ex giocatrice Consuelo Mangifesta, della Federazione e della Lega Femminile - ospitò alcune pallavoliste ucraine in fuga dal proprio Paese) la vita va avanti come sempre, con volti nuovi e sorridenti. C’è una foresteria dove poter stare insieme perché le ragazze, come accade spesso nei centri federali, non solo condividono la palestra ma anche momenti di vita quotidiana. La formazione federale del Club Italia, guidata da Juan Manuel Cichello (il vice di Velasco) si prepara al campionato di A2. Con una curiosa novità: la squadra disputerà tutte le partite in trasferta, senza mai scendere sul parquet “amico“ del Centro Federale. “Scelta condivisa con la Lega Volley Femminile e coerente con l’idea di un Club Italia sostenibile, non solo per la Federazione – spiega il presidente della Federvolley, Giuseppe Manfredi – ma anche per venire incontro alle esigenze delle società del territorio, insieme alle quali vogliamo continuare a collaborare in modo proficuo e costruttivo”. La speranza è che da questo gruppo (solo due atlete sono del 2006, il resto della squadra è composto da 2007, 2008 e 2009) escano le campionesse del futuro.