SIMONA BALLATORE
Cronaca

Bicocca ha eletto il nuovo rettore. Il chimico Orlandi guiderà l’ateneo: "Prova di unità. Al lavoro per Medicina"

Le priorità e le sfide da affrontare dopo il Pnrr. "Dobbiamo accogliere di più le seconde generazioni"

Marco Orlandi, 62 anni, con la rettrice e presidente Crui Giovanna Iannantuoni

Marco Orlandi, 62 anni, con la rettrice e presidente Crui Giovanna Iannantuoni

"Abbiamo corso in questi anni, siamo partiti con il Covid, c’è stato il Pnrr, siamo cresciuti tanto: è il momento di stabilizzarci come grande università. Per crescere ancora". Marco Orlandi, prorettore vicario con delega alla Ricerca e docente di Chimica, sarà il quarto rettore di Milano-Bicocca. Entrerà in carica dal primo ottobre e guiderà l’ateneo fino al 2031. È il primo rettore nella storia dell’ateneo a essere eletto al secondo turno, con la maggioranza assoluta dei voti, raccogliendo 699,35 preferenze. "Segno evidente di unità del nostro ateneo – commenta lo sfidante, Giuseppe Gorini, che ha scelto di fare un passo indietro dopo il primo turno –. Sono felice di questo risultato perché il mandato forte ricevuto oggi consentirà al nuovo rettore di affrontare con grande determinazione e coraggio le sfide che ci attendono".

Professore Orlandi, si aspettava questo risultato? "Ci speravo, ma per essere eletto al secondo turno servono tanti, tanti voti. Non era scontato". Come il passo indietro di un candidato, nel segno dell’unità. "Ho apprezzato molto il gesto del professor Gorini, candidato validissimo. Siamo un ateneo unito. Possiamo avere idee diverse, è il bello dell’università. Ma questa campagna elettorale è stata sempre corretta: un esempio di confronto, mai di scontro".

Le priorità del suo mandato? "L’avvio del semestre filtro di Medicina, con tutto quello che comporta sarà il primo impegno: lo seguirò da prorettore vicario in questi mesi e poi da rettore. Stiamo già attrezzandoci, in attesa dei numeri, per capire quanti e quali spazi prendere in affitto, sempre vicino al campus. Da un certo punto di vista questa continuità con la rettrice Giovanna Iannantuoni è un vantaggio: non ho bisogno di tempo per allenarmi, continuo a lavorare. L’altra sfida riguarda la fine del Pnrr: manca un anno, dobbiamo finire i lavori in corso e utilizzarlo come spinta per crescere ancora".

C’è il tema dell’abitare all’ordine del giorno. Che fare? "Abbiamo due nuove residenze da ultimare e dobbiamo cercare di aumentare le convenzioni tra pubblico e privato. È un tema che va sviluppato a livello milanese e con le altre università". Condividete un’altra sfida: le telematiche stanno crescendo. "E rispondiamo con una didattica evolutiva, mettendo al centro il valore dell’esperienza. Penso ai nostri laboratori immersivi, alle lezioni in vivaio, alla possibilità di lavorare insieme ai colleghi, in arrivo da tutto il mondo: lo studente non viene solo a imparare nozioni da noi, per una vera esperienza formativa la presenza è un valore. Ci stiamo preparando all’inverno demografico, ma c’è anche un’altra sfida alla quale teniamo, come università pubblica: riuscire ad accogliere più studenti di seconda generazione. Oggi solo il 5% va all’università".

Qual è l’eredità più grande che le lascia la rettrice Iannantuoni? "Mi lascia una grande università in ottima salute, che è cresciuta di 400 docenti e che arriva a contare 40mila studenti. L’innovazione ora sarà strutturarci come grande università, sempre in dialogo con la Regione, la città di Milano e gli altri rettori. Operiamo sul territorio guardando anche oltre i confini italiani".

Qualche anticipazione sulla squadra? "È cambiato il mondo, anche i prorettorati non saranno simili a quelli che abbiamo visto. Sicuramente da subito lavorerò per avere una squadra coesa". Sarà garantita la parità di genere? "Certo. D’altronde siamo l’unico ateneo ad avere avuto nella sua storia quattro rettori, due uomini e due donne". Anche in città sarete quattro rettrici e quattro rettori. "Sì. Per questa volta non abbiamo avuto candidate ma siamo sempre attenti alla parità e continueremo a esserlo, abbiamo un bellissimo bilancio di genere ma bisogna ancora lavorare tanto, soprattutto in alcune aree. Ne siamo consapevoli".

Lei è alla guida anche della Fondazione universitaria di Milano-Bicocca. "Mi dimetterò da presidente, ma utilizzerò questi mesi prima del nuovo incarico per avviarla bene: resterà uno strumento fondamentale per il nostro ateneo".