Delitto al Podere Ronchetto, la confessione choc: "Ciao nonna". La uccide e va a ballare

I particolari raccontati dal 22enne Dobrev Damian Borisov, messi a verbale davanti a Squarda Mobiel e pm

Polizia al Podere Ronchetto

Polizia al Podere Ronchetto

Milano, 9 gennaio 2020 - «Le ho detto 'Ciao nonna, mi presti 10 o 15 euro', lei non mi ha risposto ed io a quel punto ho perso il controllo e l'ho spinta (...) presi i soldi sono scappato e mi sono recato in un locale, esattamente la discoteca Just Cavalli (...) spendendo i soldi con delle ragazze». È la confessione, messa a verbale davanti agli agenti della Squadra mobile e al pm di Milano Gianluca Prisco, da Dobrev Damian Borisov, il 22enne di origini bulgare che ha ucciso Carla Quattri Bossi, la 92enne (il figlio della donna aveva preso in affido il ragazzo da minorenne) trovata morta domenica mattina con una grossa ferita al cranio al Podere Ronchetto, una cascina-agriturismo nel quartiere Gratosoglio, alla periferia di Milano.

Le dichiarazioni del giovane, difeso dall'avvocato Angelo Morreale, sono contenute nell'ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Alessandra Cecchelli. Giudice che, tra le altre cose, spiega come il 22enne, che portò via all' anziana 200 euro, gioielli e pure «un blocchetto di biglietti Atm», dopo l'omicidio andò «non curante a ballare», proseguendo la «serata».  Il gip nell'ordinanza, con cui ieri ha convalidato il fermo e disposto il carcere, sottolinea come l' anziana «da tempo» avesse «offerto» al giovane «sincera e generosa ospitalità». È stata, invece, uccisa «brutalmente» dal 22enne, che l'ha legata, «imbavagliata» e ha anche cercato «di occultare il cadavere nella cantina adiacente» e di «cancellare le tracce di sangue sugli abiti e sulle scarpe». E poi è andato «in discoteca» e là, aggiunge il gip, «si divertiva, intratteneva rapporti con ragazze», dopo aver assunto anche alcol e droghe. È stato sempre lo stesso giovane, nella confessione, a raccontare che quel giorno, prima dell'omicidio per rapina, ha «trascorso la giornata da solo in alcuni bar del centro città a bere varie birre, amari e altri alcolici» e quando è rientrato in cascina era «molto ubriaco», in più aveva «fumato delle canne». La sua azione, però, chiarisce il gip, «denota una lucida volontà criminale ed una personalità subdola, priva di freni inibitori, violenta e spregiudicata». Tra l'altro, nei verbali degli altri ospiti della cascina (dove si svolgono anche progetti di integrazione per immigrati) si parla del «carattere abitualmente arrogante» del 22enne, «più volte sospettato di furto». Anche dal figlio dell' anziana: «Mia figlia - ha messo a verbale - mi riferì al telefono che era sparita dalla mia abitazione la cassetta di metallo dove conservavamo l'incasso dell'intera settimana che ammontava a circa mille euro, più una ventina di biglietti dell'Atm». E ancora: «Damyan era stato notato nel tentativo di rivendere dei biglietti». L'uomo ha raccontato che, dopo quell'episodio, «abbiamo contattato il suo assistente sociale» e lui «non ha avuto nessuna reazione scomposta».

Un dipendente dell'azienda agricola lo ha descritto, poi, come uno che aveva «spesso atteggiamenti prepotenti» e «pretendeva denaro». «Sono dispiaciuto per quello che è successo, non volevo fare quello che ho fatto, sono pentito e chiedo perdono a Dio», ha detto il ragazzo. Il giudice, comunque, non crede alla sua versione della «morte accidentale da caduta» dopo la spinta. L' anziana potrebbe essere stata colpita più volte alla testa con un barattolo di vetro.

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