
Il tiramisù incriminato e Anna Bellisario
Milano – Rischiano il processo i responsabili, madre e figlio, della Glg srl, la ditta milanese dove era stato prodotto il tiramisù che ha provocato la morte della 20enne Anna Bellisario, deceduta il 5 febbraio 2023 dopo dieci giorni di coma, per shock anafilattico provocato da tracce di latte, a cui era fortemente allergica, contenute nel dolce venduto come vegano e consumato in un fast food milanese.
Indagini chiuse
La Procura di Milano ha chiuso infatti le indagini, atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, a carico del titolare e della socia dell'azienda, responsabile delle linee produttive e dell'attuazione del sistema Haccp. "L’ipotesi criminosa contestata – si legge in una nota firmata dal procuratore Marcello Viola – è la cooperazione colposa nell’omicidio di Anna Bellisario, giovane di appena 20 anni gravemente allergica alle proteine del latte, alla quale era stato venduto un “tiramisù” asseritamente vegano, ma in realtà contenente mascarpone”.
Archiviazione per il fast food
È stata chiesta l'archiviazione, invece, per il titolare del ristorante vegano e per i produttori degli altri alimenti consumati dalla giovane quella sera, indagati (anche per le società, indagate per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti, è stata chiesta l'archiviazione) "ai fini di garanzia per consentire il più ampio contraddittorio in fase di consulenza tecnica".
Gli altri alimenti
Gli altri alimenti esaminati oltre al tiramisù contenevano infatti "proteine dell'uovo cui pure la ragazza era allergica ma in forma molto blanda e che dunque non hanno avuto alcun ruolo nell'insorgere dello shock anafilattico". Chiesta l'archiviazione anche per la società Glg, indagata sempre in base alla legge 231, per la "ritenuta insussistenza dell'illecito amministrativo" in quanto il reato contestato ai responsabili come persone fisiche non sarebbe stato commesso "con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro".
Interdizione
Nei giorni scorsi il gip di Milano Fiammetta Modica aveva disposto l'interdizione dell'attività imprenditoriale per un anno a carico dei due imprenditori indagati, accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio.
Molteplici criticità
Le indagini dei carabinieri del Nas hanno riscontrato infatti "molteplici criticità" nella ditta milanese. I prodotti vegani e non vegani venivano preparati "nello stesso ambiente, in contemporanea e sullo stesso tavolo". Si confondeva nella produzione di dolci l’uso di "preparati di origine animale", come il mascarpone, e di "ingredienti di origine vegetale". Poi, chi lavorava nel laboratorio non aveva una "formazione adeguata" tanto che un dipendente aveva seguito solo un "corso di carattere generale"di quattro ore sull’igiene.