Anna Bellisario morta a 20 anni dopo aver mangiato tiramisù venduto come vegano: interdetti i titolari del laboratorio

Milano, la giovane è deceduta dopo dieci giorni di coma per shock anafilattico. Nei guai i titolari dell'attività imprenditoriale, madre e figlio

Anna Bellisario, 20 anni, morta per choc anafilattico

Anna Bellisario, 20 anni, morta per choc anafilattico

Milano, 15 gennaio 2024 - Madre e figlio, titolari della Glg srl, l'azienda produttrice del 'Tiramisun' con marchio Mascherpa, sono stati interdetti dall'attività imprenditoriale nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo sulla morte della 20enne Anna Bellisario. Lo ha disposto il Il gip di Milano Fiammetta Modica, su richiesta della Procura.

La morte per shock anafilattico

La giovane era deceduta il 5 febbraio dello scorso anno dopo dieci giorni di coma per shock anafilattico provocato, stando all'ipotesi al vaglio, da tracce di latte, a cui era fortemente allergica, contenute in un tiramisù venduto dalla società produttrice come vegano. Dolce che la giovane aveva mangiato il 26 gennaio nel corso di una cena, in compagnia del fidanzato, in un fast food in centro.

L’inchiesta

Nell'ambito dell'inchiesta, nei mesi scorsi, era stato effettuato anche un accertamento tecnico irripetibile, con analisi chimiche qualitative e quantitative, anche alla presenza dei consulenti degli indagati, oltre che degli esperti nominati dai pm milanesi, che ha riguardato i resti del dolce mangiato quella sera dalla ragazza ma anche come comparazione, un altro tiramisù vegano dello stesso lotto e un tiramisù, sempre prodotto dalla stessa azienda ma non vegano. E ciò per verificare se ci fosse stata, questa è l'ipotesi, una contaminazione nell'alimento in fase di produzione.

Gli indagati

Proprio per effettuare tutti gli accertamenti, tra cui anche gli esami autoptici, e a garanzia, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, titolari delle indagini, hanno dovuto anche allungare l'elenco degli indagati - per reati che inizialmente andavano dall'omicidio colposo alla morte come conseguenza di altro reato, dalla frode nell'esercizio del commercio alla vendita di sostanze alimentari non genuine - rispetto alle prime quattro posizioni iscritte, ossia titolare, responsabile e due dipendenti della Glg srl, l'azienda produttrice del 'Tiramisun' con marchio Mascherpa.