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Panico sulle Dolomiti, tre alpinisti milanesi restano appesi sul baratro per 12 ore in mezzo al maltempo

Dodici ore di operazioni estreme a 2.800 metri sulla Tofana di Rozes. Tre scalatori lombardi salvati dopo una caduta che ha fatto cedere la sosta. Condizioni meteo avverse e buio hanno complicato tutto

Gli alpinisti appesi sulla parete della Tofana di Rozes

Gli alpinisti appesi sulla parete della Tofana di Rozes

Milano – Una notte da incubo sulla parete della Tofana di Rozes, dove tre alpinisti milanesi di 29, 40 e 56 anni sono rimasti appesi nel vuoto per dodici ore dopo che una caduta ha fatto cedere la loro sosta di sicurezza. L’operazione di salvataggio, iniziata domenica pomeriggio e conclusa lunedì mattina alle 6.30, ha richiesto l’intervento di multiple squadre del Soccorso alpino e due elicotteri in condizioni meteorologiche proibitive.

Il dramma è iniziato quando i tre scalatori lombardi si trovavano all’altezza del 15° tiro della via Costantini-Apollonio, a soli 8-9 tiri dalla fine della salita. Il primo di cordata è improvvisamente volato, ma la vera tragedia si è consumata quando l’impatto ha causato il cedimento della sosta, costringendo il gruppo a fermarsi e lanciare l’allarme. Con l’unica sicurezza di alcuni friend piantati nella roccia, i tre sono rimasti letteralmente sospesi sulla parete strapiombante.

Le operazioni di salvataggio complicate dal buio e dalla tempesta
Le operazioni di salvataggio complicate dal buio e condizioni meteo avverse

Le operazioni di soccorso si sono rivelate un calvario. Il primo tentativo dell’elicottero Falco è fallito a causa della parete strapiombante e delle nuvole che avvolgevano la montagna. Il Suem di Pieve di Cadore ha quindi imbarcato due tecnici del Soccorso alpino di Cortina, depositandoli sullo Spigolo del Pilastro, il punto più vicino possibile ai tre bloccati.

Alle 21, con l’arrivo del buio, Falco ha portato in quota altri tre soccorritori, compreso un finanziere specializzato. Un’operazione chirurgica: ottanta metri di discesa tra corde fisse e calate per raggiungere gli alpinisti. Il soccorritore più in basso ha finalmente stabilito il contatto, assicurando il primo di cordata e iniziando la lenta risalita verso una sosta sicura.

Ma la montagna non aveva finito di mettere alla prova i soccorritori. L’elicottero di Trento, arrivato verso mezzanotte, non è riuscito ad avvicinarsi abbastanza con il verricello a causa del buio e della vicinanza della parete. Alle 3 del mattino, un violento temporale ha bloccato ogni tentativo di decollo.

Sotto la pioggia battente, alle 4.30 soccorritori e alpinisti sono finalmente usciti dalla via, affrontando anche la discesa con corde fisse sui tratti più pericolosi. Il gruppo, costantemente monitorato via radio dal campo base, è stato recuperato dalle jeep e riportato al Rifugio Dibona questa mattina.