
Il cantautore Alex Britti 56 anni sarebbe stato spiato da investigatori legati al caso Equalize
Milano – Il cantautore Alex Britti, che sarebbe stato pedinato e monitorato illecitamente dal gruppo delle presunte cyber-spie di Equalize, è stato ascoltato ieri pomeriggio come testimone e persona offesa dal pm di Milano Francesco De Tommasi in uno dei tanti capitoli dell’inchiesta sulla presunta associazione per delinquere finalizzata ad una serie di accessi abusivi nelle banche dati. “Una vicenda, pedinamento compreso, che mi ha molto preoccupato”, avrebbe detto, in sostanza, il musicista. In questo filone è indagato anche Fulvio Pravadelli, ex Publitalia e dg della Veneranda Fabbrica del Duomo, il quale, come si legge negli atti d’accusa dell’indagine, avrebbe chiesto “di acquisire informazioni pregiudizievoli sul conto del noto cantautore” che si stava separando da sua figlia. Il cantante, che nell’ipotesi della Procura sarebbe stato vittima di un dossieraggio, aveva depositato già a novembre, attraverso un legale, la nomina come persona offesa.
“La cosa più grave è che mi hanno anche pedinato”, aveva detto l’artista ai pm. Pravadelli, difeso da Jacopo Pensa, aveva spiegato che “l’oggetto dell’incarico conferito” ad Equalize, società di Enrico Pazzali che sarebbe per i pm al vertice dell’associazione per delinquere, “si riferiva al procedimento giudiziario in corso tra sua figlia e il di lei ex compagno Alex Britti”. Oggetto del mandato, aveva chiarito il difensore, “conferito esclusivamente a tutela della figlia, non è mai stato di acquisire informazioni pregiudizievoli sul medesimo, né spiarne la vita”.